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Attualità e Politica

26/10/2015 | 12:10

Giochi pubblici, Tino (ex DG Monopoli di Stato): “Assolto da Corte dei Conti ma vicenda mi ha segnato in modo indelebile”

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GIOCHI PUBBLICI INTERVISTA TINO MONOPOLI

ROMA - Occorreva forse una maggiore rigidità da parte dell'amministrazione nel valutare l'operato dei concessionari nella fase di avvio della nuova rete?

"No. L’unica cosa che forse poteva essere fatta di diverso era una maggiore rigidità sui tempi di installazione e collegamento degli apparecchi da parte dei concessionari. Ma, ove questa 'semplice' misura fosse stata adottata dagli Uffici, la profonda riforma di cui parliamo sarebbe partita anni dopo, magari aspettando modelli di macchine tecnologicamente più evolute. Invece - semplicemente - non c’era tempo. I videopoker erano ormai divenuti una diffusa e pericolosissima forma di pizzo, in particolare nelle regioni centromeridionali. E poi sia Parlamento che Governo non ritennero di effettuare o proporre alcuna modifica dei tempi previsti per l’installazione".

Lei e l’ex Direttore dei giochi di Aams - Antonio Tagliaferri - siete stati però sottoposti a un lungo processo contabile da parte della Corte dei conti: dopo la completa assoluzione ottenuta qualche mese fa, qual è il suo giudizio sulla vicenda? E sempre a proposito della vicenda delle maxi multe, otto concessionari hanno usufruito del condono, mentre due sono ancora impegnati nel contenzioso con lo Stato. Chi ha fatto la scelta giusta?

"Questo incredibile caso ha segnato in maniera indelebile me e tutta la mia famiglia, sotto tutti i profili. Mi sento di ringraziare con calore  l’autorevole Collegio d’appello per l’onestà intellettuale e soprattutto il coraggio dimostrato non tanto nell’individuare la verità su di me e Tagliaferri (questo tutto sommato non era particolarmente difficile almeno per menti sgombre da pregiudizi), quanto nell’affermarla in sentenza. L’intero procedimento comunque è nato, a mio convinto avviso, sulla base di una 'informativa' volutamente errata, proveniente da personaggi quanto meno ambigui, che hanno effettuato un’opera di abile disinformazione nei confronti degli organi via via procedenti. La verità è che in nessun grado di giudizio – dall’inizio alla fine – chicchessia è stato mai in grado di provare un qualunque reale danno a carico dell’Erario o una qualunque forma di evasione fiscale e questo per l’elementare ragione che essi non esistevano. Alla fine, comunque, la decisione del Collegio di secondo grado è stata tutto sommato ineccepibile anche in virtù del fatto che quattro quinti dei concessionari in precedenza avevano comunque chiesto di 'patteggiare'. Questo per taluni non vuol dire riconoscere necessariamente le proprie colpe? Formalmente è anche vero, ma di certo non è stata una manifestazione di particolare sicurezza e coraggio né da parte delle Società né da parte delle rispettive squadre di consulenti".

Il DG dell’Agenzia, Peleggi, ha dichiarato in Parlamento che la fusione Dogane-Monopoli ha causato costi di personale aggiuntivi e portato rischi per il bilancio dello Stato: è d'accordo?

"Premetto che Peleggi è uno dei pochissimi direttori ancora in servizio nella PA che apprezzo e con cui ho sempre avuto un solido rapporto di stima e amicizia. Anche per questo non mi sorprende certo che abbia dato un giudizio così franco ed intelligente. La verità è che ai vertici politici del MEF e della Presidenza del Consiglio dell’epoca furono molto probabilmente forniti dati ed elementi errati. Fu evidentemente consigliata una disinvolta strategia accompagnata da elementi irrealistici da parte sia di alcuni uffici di diretta collaborazione che da taluni organi di vertice delle Amministrazioni coinvolte. La conseguenza è stata un’operazione del tutto incoerente se non sballata che ha avuto, e avrà ancor più nel futuro, effetti negativi rilevanti. Di conseguenza, il progetto di emersione e ammodernamento del sistema del gioco pubblico e della relativa Amministrazione di regolazione e controllo, avviato nel 2002 e sviluppato nel quinquennio successivo, ha progressivamente segnato il passo, anche in concomitanza con la caduta verticale sia dell’interesse politico e manageriale, sia del livello delle professionalità dirigenziali di ogni ordine e grado, sia della reputazione  del settore nel suo complesso". NT/Agipro

 

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