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Attualità e Politica

17/05/2016 | 12:38

Giochi, Aronica (vicedir. Monopoli): “Distanze minime: misure proibizioniste non aiutano il gioco legale”

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Giochi Aronica Monopoli Distanze minime

ROMA - Le distanze minime da luoghi sensibili per i punti gioco adottate dalle amministrazioni locali “favoriscono una politica proibizionista. In una simulazione abbiamo preso in esame solo le scuole, l'effetto sarebbe che il 70% dei punti gioco dovrebbero spostarsi o chiudere”. E’ quanto ha detto il vicedirettore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Alessandro Aronica, nel corso di un convegno in corso a Roma.

“Se si sceglie di tornare per il gioco ad una politica proibizionista - ha detto ancora - bisogna sempre ricordare da dove arriviamo, da un mercato illegale vastissimo. Se si riduce l’offerta legale, potrebbe arrivare la rivincita del mercato illegale, e per esperienza sappiamo che già nella situazione attuale è molto difficile debellare delle problematiche che sfuggono al nostro controllo.

Negli ultimi quattro anni la spesa sul gioco è rimasta uguale, non c'è stata una crescita turbinosa. Negli anni precedenti è cresciuto il gioco legale, non il gioco in generale e questo rappresenta una buona notizia, certo, da gestire bene. È al circuito legale che si possono imporre norme a tutela dei consumatori. Ritengo che esistano alternative alla politica delle distanze, ho fiducia che in Conferenza Unificata si trovino le soluzioni più giuste”.

“Attenzione alle cifre: la spesa effettiva in Italia è da 17 miliardi”

“Serve prestare attenzione alle variabili chiave delle cifre sul gioco. L'industria del divertimento si valuta in base alla spesa, che nel caso del gioco sono le perdite dei giocatori: ovviamente nel caso del gioco la spesa è ben diversa della raccolta, è un quinto della cifra su cui spesso si torna, cioè 80-90 miliardi. In realtà sono 17 miliardi”, ha ribadito Aronica. “Di questa spesa la metà torna allo stato sotto forma di imposte, l'altra metà va alla filiera. Attenzione però: 8-9 miliardi sono il fatturato, non il profitto delle società di gioco. Queste sono le variabili che bisogna correttamente valutare”.

“Gioco patologico: ricerca Istituto Sanità fornirà dati per prevenzione e comunicazione”

Non esistono cifre ufficiali che quantifichino il gioco patologico nel nostro Paese, ma solo dati “che riguardano casi circoscritti o locali, o casi internazionali che vengono applicati all'Italia. Il tema viene trattato a seconda dei punti di vista, o minimizzandolo, o enfatizzando eccessivamente”, ha sottolineato il vicedirettore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, “Per questo abbiamo rotto gli indugi, abbiamo deciso di finanziare l'Istituto Superiore della Sanità per una ricerca e un monitoraggio costante negli anni - ha detto ancora - una ricerca anche su prevenzione e comunicazione. Vorremmo offrire a tutto il mondo scientifico una base di dati omogenea”.

LL/Agipro

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