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Attualità e Politica

21/04/2016 | 14:10

Bando Lotto, Tar Lazio respinge ricorso Stanleybet: "Ampiamente giustificata scelta del modello monoproviding"

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ROMA - La seconda sezione del Tar Lazio ha respinto il ricorso presentato da Stanleybet contro il bando di gara per la gestione del Lotto, perché infondato. E' quanto si legge nella sentenza pubblicata dal Tribunale Amministrativo.

Il gioco del Lotto "differisce notevolmente dagli altri giochi" come concorsi a pronostico e scommesse, e altri giochi di sorte, "sia perché è l'unico gioco in cui lo Stato assume il rischio di impresa, sia perché si caratterizza per due diverse fasi, la raccolta delle giocate, in oltre 33 mila ricevitorie e la gestione del servizio automatizzato affidata a un unico concessionario". E' quanto si legge nella sentenza del Tar Lazio che ha ritenuto infondato il ricorso presentato da Stanleybet contro il bando di gara per la gestione del Lotto, in cui i giudici amministrativi ritengono che "tali differenze giustificano ampiamente la scelta legislativa del modello monoproviding (cioè affidato a un unico operatore) per la gestione del servizio automatizzato". In ogni caso un modello multiproviding "renderebbe comunque necessaria la presenza di un 'superconcessionario' (o quanto meno, un'apposita struttura di collegamento presso l'Adm)".

“Requisiti economici giustificati da rilevantissimi interessi pubblici”

I requisiti economici per la partecipazione al bando di gara per la gestione del Lotto, come la base d’asta a 700 milioni, sono giustificati dai “rilevantissimi interessi pubblici connessi alla gestione del gioco del Lotto, che solo nell’anno 2015 ha generato un gettito per l’Erario pari a circa 1,2 miliardi di euro”. E’ quanto si legge nella sentenza del Tar Lazio che ha ritenuto infondato il ricorso presentato da Stanleybet.

I requisiti rispondono ai criteri di ragionevolezza e proporzionalità, si legge ancora, perché bilanciati dai compensi per il concessionario, “considerando la raccolta media degli ultimi 5 anni, pari a circa 6.600 milioni di euro, l’aggio fissato nella misura del 6% della raccolta comporterà un ricavo lordo per il concessionario pari a circa 400 milioni di euro annui e a circa 3,7 miliardi di euro per l’intera durata della concessione (pari a nove anni)”. Inoltre l’elevata base d’asta garantisce “un’efficace gestione di medio-lungo periodo, in ragione dell’interesse del concessionario al recupero dell’investimento iniziale”. Non sarebbe poi da accogliere la tesi di un “requisito occulto” o di un bando “costruito su misura”, dal momento che la stessa consulenza tecnica presentata dal ricorrente evidenza come siano almeno quattro gli operatori del settore in grado di partecipare. In ogni caso sarebbe stato possibile partecipare ricorrendo a un raggruppamento temporaneo di imprese, come ha scelto di fare il concessionario uscente. SA-PG/Agipro

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