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Attualità e Politica

06/07/2016 | 15:35

Commissione Antimafia, ok a relazione su gioco: Daspo per chi sgarra, stop a giocate anonime e sanzioni più severe per combattere illegalità

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ROMA - Un Daspo della Questura, proprio come avviene per i tifosi troppo violenti, con la chiusura immediata del punto vendita in caso di pericolo di “diffusione del gioco minorile” e di rischio “concreto” di infiltrazioni della criminalità organizzata. E poi sanzioni penali e amministrative più severe per contrastare il gioco illegale (come "la sospensione e la decadenza dalle concessioni o dalle autorizzazioni"), lo stop ai giocatori "anonimi" nelle sale VLT per tracciare le giocate e combattere i fenomeni di riciclaggio legati al gioco e l'inserimento dei conti di gioco online nell’anagrafe dei conti correnti. Sono le proposte di riforma del settore giochi contenute nella relazione del Comitato sulle infiltrazioni mafiose nei giochi, approvata oggi all'unanimità dalla Commissione Antimafia.

OFFERTA DI GIOCO SOSTENIBILE - Nella sua relazione, il Comitato coordinato dal senatore Stefano Vaccari (PD) - che nei mesi scorsi ha svolto diverse audizioni, dalle forze dell’ordine agli operatori del settore - sollecita anche il raggiungimento "al più presto" dell’intesa tra Governo ed enti locali in Conferenza Unificata, che «abbia come obiettivo quello di fornire gli indirizzi strategici di controllo, programmazione e sviluppo per un’offerta di gioco complessiva "eticamente e territorialmente sostenibile"».

PIU' POTERI AGLI ENTI LOCALI - La relazione evidenza che le «comunità locali, insieme alle autorità di pubblica sicurezza e alle forze di polizia dislocate sul territorio, sono i primi sensori in grado di percepire il degrado sociale e il diffondersi della legalità»: bisognerebbe quindi «offrire alle Regioni e agli enti locali la possibilità di prevedere che la propria quota di offerta di gioco sia assorbita e concentrata in un numero limitato di "luoghi di gioco" sicuri», con punti specializzati che garantiscano, oltre al contrasto per le possibili infiltrazioni criminali, «una formazione specifica del personale, l’accesso selettivo all’ingresso, la completa identificazione dell’avventore, la tracciabilità completa delle giocate e delle vincite, apparati di videosorveglianza interna simili a quelli in dotazione ai tradizionali casinò».

INDICATORI DI RISCHIO - Infine nella fase di predisposizione dei criteri per la distribuzione delle sale da gioco sul territorio, il Comitato suggerisce di tenere in considerazione alcuni indicatori di rischio sulla presenza di strutture criminali, come quelli forniti dall’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università degli Studi di Milano, dall’Eurispes e dall’Istat.

MSC/Agipro

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