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Attualità e Politica

23/11/2015 | 17:46

Giochi, Capolupo (Guardia di Finanza): "Necessaria certezza normativa e maggiore contrasto a illegalità"

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ROMA - "E' necessario fare chiarezza sul settore del gioco alla luce anche del quadro giurisprudenziale che spesso non riesce a dare certezze. Noi valutiamo positivamente le modifiche contenute nella legge di stabilità ma speriamo che si creino le basi per una certezza giuridica, presupposto imprescindibile per chi applica la norma e per chi opera in questo settore". Lo ha detto il Generale Saverio Capolupo, Comandante generale della Guardia di Finanza, nel corso del seminario istituzionale sulle tematiche relative al settore dei giochi pubblici, organizzato alla Camera dalla Commissione Finanze. "Si tratta di un settore che ha registrato nell'ultimo periodo una caduta di gettito, e su questo bisogna riflettere anche alla luce delle infiltrazioni della cirminalità organizzata. - ha spiegato Capolupo - Basti pensare alle 45 aziende sequestrate di recente e alle due operazioni in Campania e in Calabria che hanno dimostrato chiaramente le infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore. Le tecniche utilizzate - ha chiarito Capolupo - sono quelle tradizionali, dalla manomissione degli apparecchi con raccolte non registrate, un'anomalia molto preoccupante, all'installazione di apparecchi illegali, i famosi 'totem'. C'è, inoltre, la raccolta abusiva di scommesse da parte di allibratori esteri e questo, assieme al gioco online, è uno dei profili più delicati, perchè bisogna chiarire il concetto di libertà di stabilitmento, tra soggetti residenti e alibratori non residenti". In merito al gioco online, inoltre, Capolupo ha precisato: "bisogna definire bene il mondo online che noi, con le nostre strutture tecnologiche, cerchiamo di limitare. La nostra azione, però, non è sufficiente". 

"Per quanto ci riguarda abbiamo un reparto che opera in perfetta sintonia con l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, - ha ricordato ancora Capolupo - ma è evidente che il problema non può essere risolto solo con la repressione. I 10 mila controlli che facciamo ogni anno non possono che essere un piccolo contributo e non ci aiuta il fatto che spesso i capitali si muovono attraverso canali non ufficiali, come i money transfer. Per questo stiamo cercando di trasferire a questo comparto procedure che attiviamo alla ciminalità organizzata e chiediamo maggiori investimenti sulla legalità economica. E' auspicabile - ha concluso - che ciascuno degli attori istituzionali dia un contributo per attivare una maggiore consapevolezza della rilevanza della sicurezza economica che ha risvolti sia sociali che sui diritti dei cittadini". FP/Agipro

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