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Attualità e Politica

24/11/2016 | 16:51

Giochi, Aronica (vicedir. Monopoli): “Sul settore cifre distorte: spesa reale da 17 miliardi. Circuito legale a tutela dei soggetti vulnerabili”

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Aronica Monopoli

ROMA - “Quando si dice che l’industria fattura circa 85 miliardi e che questa è la spesa dei giocatori si compie una doppia mistificazione: i ricavi (non i profitti, per determinare i quali, occorrerà detrarre anche i costi del personale e gli altri costi aziendali) dell’industria sono pari a un decimo di quanto si racconta e la spesa delle famiglie è pari a un quinto”. E’ quanto ha sottolineato il vicedirettore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Alessandro Aronica, intervenuto nel corso di un convegno a Salerno.

“Ogni anno, la filiera industriale del gioco fattura in Italia non 85 miliardi ma, sotto un profilo strettamente economico e al di là delle mutevoli rappresentazioni contabili, una cifra che oscilla tra gli 8 e i 9 miliardi di euro, ovvero 10 volte di meno”, ha ricordato Aronica, mentre una somma simile “viene versata allo Stato a titolo di imposte indirette sul gioco. La somma di questi due valori (ciò che va allo Stato e ciò che va all’industria) è pressoché costante ormai dal 2009, si aggira sui 17 miliardi annui e corrisponde a ciò che le famiglie spendono effettivamente”.

Secondo Aronica il circuito legale del settore giochi “deve diventare sempre di più un cordone sanitario intorno ai soggetti vulnerabili. Molte scelte possono tenere insieme i due obiettivi: quello di combattere il gioco illegale e quello di tutelare al meglio i soggetti vulnerabili. Per esempio, la scelta di tassare al margine le scommesse ha certamente incrementato la concorrenzialità dell’offerta pubblica senza pregiudicare in alcun modo le condizioni di tutela del giocatore”. In altri casi, invece, si deve operare una scelta che rispetti gli equilibri “tra maggiore appetibilità dell’offerta pubblica e maggiore rischiosità del gioco per i soggetti vulnerabili. Un caso classico è quello della garanzia dell’anonimato, che, se conservata nel circuito legale, consente maggiore concorrenzialità rispetto al settore illegale, ma rende forse più difficilmente approntabili strumenti di controllo del gioco eccessivo”.

A fronte di un ritorno delle richieste di proibizionismo per l’offerta di gioco “il compito della normazione e della regolazione è, in questa nuova stagione, piuttosto chiaro - ha ricordato infine il Vice Direttore dell’Adm - il gioco legale non va promosso (non si tratta di un settore chiave dello sviluppo delle grandi economie), rimane uno strumento essenziale nella lotta contro la criminalità, deve però ispessire tutte le condizioni che servono a proteggere i soggetti vulnerabili dalle insidie della dipendenza".  

RED/Agipro

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