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Attualità e Politica

02/02/2016 | 11:46

ICE Totally Gaming 2016, Rodano (capo gioco a distanza ADM): “Gioco online, liquidità internazionale in stand-by senza standard comuni”

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ICE Totally Gaming 2016 Rodano ADM Gioco online

LONDRA - Il progetto di una liquidità internazionale sul gioco online – che consenta ai giocatori di diversi paesi di condividere partite sulla stessa piattaforma - è ancora fermo. I contatti tra l’Italia e I regolatori di Spagna e Francia non hanno portato a risultati concreti e sembra a questo punto l’Inghilterra l’unico paese con cui sarebbe possibile studiare un accordo. E’ quanto ha affermato Francesco Rodano, capo del Gioco a distanza dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nel corso di una conferenza che si è tenuta nella sede londinese degli avvocati di Dla Piper. “Di liquidità condivisa si sta parlando sempre meno – ha detto Rodano - forse perché, nel caso del poker (il gioco su cui si erano concentrati gli sforzi dei regolatori, ndr), solo uno o due grandi operatori avrebbero dei vantaggi. Anche casinò e Bingo, grazie a eventuali jackpot internazionali, potrebbero essere giochi adatti a una piattaforma con  giocatori giocatori collegati da diversi paesi. Ma servono prima di tutto standard comuni, altrimenti il gioco non funzionerebbe. L’Italia è disponibile a compiere un passo verso la liquidità internazionale ma ci manca…il partner. Spagna e Francia per motivi diversi - relativi a questioni di Governo e di legge sul gioco online - non sembrano pronte. Magari si può esplorare la possibilità di discuterne con il Regno Unito”.  Tutta l’industria europea del gaming continua a mostrare difficoltà di approccio – in termini di requisiti finanziari, tecnologici, legali richiesti per ottenere licenze nazionali – ai nuovi mercati, proprio per l’assenza di regole condivise.  “La soluzione migliore – ha aggiunto Rodano - sarebbe prendere il meglio dai sistemi di ciascun paese e arrivare a degli standard comuni: in realtà, trentuno regolatori europei sono da anni seduti attorno allo stesso tavolo ma alla fine ciascuno stato membro decide le proprie regole del gioco. Abbiamo avuto tanti incontri, diverse rappresentanze sono venute dall’estero in Aams per studiare il modello italiano e spesso hanno scelto strade diverse. L’effetto è molto negativo, gli operatori devono affrontare costi altissimi per adeguarsi ai mercati esteri e – in effetti - quelli che riescono a farlo poi controllano I mercati internazionali. D’altra parte, invece, molti non ce l’hanno fatta e hanno lasciato l’Italia per investire in altri paesi o, in qualche caso, tornare nel mercato non regolamentato”. Ogni tentativo di regolamentazione, ha concluso il dirigente delle Dogane, deve considerare tre elementi essenziali: Stato, Industria e giocatori: “In Italia, dare delle regole al gioco online è stato molto complicato. Ogni volta che un gioco è stato legalizzato, è stato necessario spiegare al Governo i motivi della scelta: tutto il contrario del modello inglese, nel quale il mercato di fatto si regola da solo”. NT/Agipro

 

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