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Attualità e Politica

17/01/2017 | 17:23

Gioco online, riparte Betuniq.it: il superpentito Mario Gennaro, dall’operazione “Gambling” al sito autorizzato da Procura e Monopoli

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Gambling gioco online Betuniq.it

ROMA - Betuniq torna on line. Una riapertura che arriva a circa due mesi dallo “stop and go” di novembre – quando il sito di scommesse fu attivo pochi giorni prima di una rapida retromarcia - e a poco più di un anno e mezzo dalla clamorosa operazione “Gambling” della procura antimafia di Reggio Calabria, che portò all’arresto di 41 persone e al sequestro di beni per due miliardi di euro. Al vertice della società maltese (ora chiusa definitivamente) c’era Mario Gennaro, manager finito nei guai per i rapporti – da lui stesso ammessi in lunghe deposizioni davanti agli inquirenti di Reggio Calabria – con la cosca della ‘ndrangheta dei Tegano, una delle più note sul territorio calabrese. Arrestato a Malta grazie a una rogatoria internazionale, Gennaro ha trascorso qualche mese in carcere prima di iniziare a collaborare con gli inquirenti. Dopo aver riempito migliaia di pagine di verbali, nello scorso mese di agosto il “Superpentito” – con l’ausilio del legale Civita Di Russo – ha presentato alla Procura un piano per il rientro nell’industria del gioco, che ha ottenuto il “via libera” prima del Pm titolare dell’indagine “Gambling” – Stefano Musolino – e poi del giudice delle Indagini Preliminari, Barbara Bennato. Naturalmente, la premessa era che tutto avvenisse nel pieno rispetto delle norme italiane, e che il nuovo business fosse sicuro al cento per cento: lo garantiscono sia l’accordo firmato con il concessionario Scommesse Italia sia i controlli messi in campo da Procura e Monopoli di Stato. Dal punto di vista operativo, Betuniq sarà gestito in prima persona da Ugo Cifone – ex manager Goldbet e fondatore dell’associazione Acogi – con la diretta collaborazione di Gennaro, che vive ora in regime di protezione.

Betuniq dunque riparte perché, era scritto nell’istanza accolta  qualche mese fa, Gennaro – per il quale la Procura ha chiesto una condanna a tre anni di reclusione durante il processo in corso a Reggio Calabria - è ora "un affidabile collaboratore di giustizia che ha rinnegato totalmente le proprie scelte criminali". Gennaro garantiva che "Il reclutamento dei clienti e dei gestori di punti per le ricariche” sarebbe avvenuto attraverso “moduli informatici presenti sul sito e quindi in maniera tracciata, documentata e senza avvalersi di collaborazione di persone dislocate sul territorio”. Lo sviluppo del software sarà realizzato da uniqlab ltd, una società non sottoposta a sequestro, con un budget attorno ai 200mila euro complessivi provenienti da conti non sequestrati dalla Procura. Nel chiedere il dissequestro, Gennaro sottolineava come solo lui fosse in grado di rilanciare un brand etichettato in Europa come legato alle vicende processuali di "Gambling": "Voglio dimostrare a tutti coloro che vedono in un collaboratore di giustizia una persona ’bruciata’ che si sbagliano e che lo Stato in realtà aiuta a reinserirsi efficacemente", concludeva. NT/Agipro

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