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Attualità e Politica

01/07/2015 | 11:35

Nomisma: 24 milioni di italiani hanno giocato almeno una volta nel 2014, il 54% degli studenti tenta la fortuna

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Nomisma Osservatorio Giovani

ROMA - Nel 2014 sono stati quasi 24 milioni gli italiani che hanno tentato la fortuna almeno una volta e, tra questi, per circa un quarto l’appuntamento con il gioco ha una frequenza almeno settimanale.

E’ quanto si legge in una nota della società di consulenza Nomisma, che ha presentato oggi il primo focus dello Young Millennials Monitor, un osservatorio dedicato al monitoraggio di opinioni, attitudini, stili di vita dei giovani tra i 14 e i 19 anni, dedicando il primo appuntamento alla valutazione di abitudini, motivazioni e approccio dei giovani verso il gioco.

Nel 2014 il mercato del gioco ha movimentato somme per 84,5 miliardi di euro, si legge ancora nella nota, in lieve flessione rispetto al 2013 (-0,3%). Al netto delle vincite (67 miliardi) che ritornano ai giocatori (il payout del gioco d’azzardo in Italia è pari al 80%), la raccolta netta del settore è pari a 17,5 miliardi di euro nel 2014, con un peso sul PIL pari all’1,1%, di cui 8 miliardi sono stati versati all’Erario.

Il 54% degli studenti tenta la fortuna, passatempo occasionale e con impatto limitato

Durante l’anno scolastico 2014/2015 è stata realizzata da Nomisma - in collaborazione con l’Università di Bologna (Dipartimenti di “Scienze Economiche”, “Sociologia e Diritto dell'Economia” e “Scienze Mediche e Chirurgiche”) - un’indagine che ha coinvolto un ampio campione di scuole secondarie di secondo grado italiane e ha visto la partecipazione di oltre 14.000 ragazzi dai 14 ai 19 anni.

I dati indicano che nel corso dell’ultimo anno scolastico il 54% dei giovani studenti italiani ha tentato la fortuna almeno una volta: si tratta di 1,3 milioni ragazzi; tra questi, il 74% dichiara di sostenere una spesa media settimanale per i giochi inferiore a 3 euro.

Il gioco, sottolinea la nota di Nomisma, è per lo più un passatempo occasionale e ha un impatto limitato sulla vita quotidiana: il 9% degli studenti gioca con cadenza mensile, un altro 35% gioca più raramente; per il 74% dei giocatori la spesa media settimanale è inferiore a 3 euro e il 53% degli studenti (il 35% di chi gioca) non spenderebbe nulla in giochi davanti a un’inaspettata disponibilità di 100 euro.

L’identikit del giocatore

 

 La propensione al gioco – a quanto risulta dalla ricerca Young Millennials Monitor Nomisma - non è uniforme e varia per tipologia di gioco, genere e contesto sociale e familiare degli studenti. Vi sono alcuni fattori che incidono sulla propensione al gioco d’azzardo: innanzitutto il genere. L’incidenza del gioco d’azzardo è sensibilmente maggiore tra i ragazzi (63% rispetto al 43% delle ragazze). Altri fattori incisivi sono: area geografica, età, tipo di scuola frequentata e background familiare. La propensione al gioco è maggiore nel Sud-Isole (64% dei giovani gioca vs il 43% al Nord), per i maggiorenni (61% contro il 51% dei minorenni), negli istituti tecnici e professionali (rispettivamente 60% e 59% vs 49% dei licei) e nelle famiglie in cui vi è un’abitudine al gioco (65% vs 10% in famiglie non giocatrici). Oltre alle motivazioni sociali, l’interesse per il gioco d’azzardo è legato all’incapacità di valutare la struttura probabilistica della possibile vincita. La propensione al gioco è infatti direttamente correlata al rendimento scolastico in matematica: la quota di giocatori raggiunge il 68% tra chi ha un rendimento insufficiente, mentre è pari al 50% tra chi ha votazione superiore a 8 decimi.

 

Si prova il gioco d’azzardo innanzitutto per curiosità (il 30% indica tale fattore come motivazione principale che ha indotto a sperimentare per la prima volta il gioco d’azzardo), per caso (23%) o perché il gruppo di amici già giocava (14%).

Nella classifica dei giochi più popolari svettano il Gratta & Vinci (durante l’anno scolastico 2014/2015 lo ha sperimentato il 38% degli studenti 14-19 anni), le scommesse sportive in agenzia (25%) e i Giochi di abilità online (20%). Rispetto al 2008 (anno della precedente indagine Nomisma sul gioco d’azzardo tra i giovani), si riscontra una perdita di appeal dei giochi “tradizionali” (Superenalotto e Lotto), a favore dei giochi a tema sportivo e dei giochi online. La maggior parte dei giovani (28% sul totale) ha giocato ad 1-2 tipologie di gioco durante l’anno scolastico 2014-2015; un ulteriore 14% ne ha sperimentati tre o quattro mentre il 12% degli studenti ha partecipato ad almeno 5 tipologie di gioco.

Il 10% degli studenti delle scuole secondarie superiori è frequent player, ha giocato, cioè, una volta a settimana o anche più spesso.

Gioco è attività accettata nel contesto culturale italiano

“Il quadro che emerge è certamente più articolato rispetto a quello proposto da visioni stereotipate, ma piuttosto diffuse che considerano il gioco d’azzardo come un problema sociale, dimenticando che si tratta di un’attività ampiamente accettata nel contesto culturale italiano”, rilevano Sara Capacci e Nicola De Luigi dell’Università di Bologna. “Il gioco d’azzardo è un’attività con cui molti adolescenti entrano in contatto direttamente in famiglia e nelle relazioni con amici e compagni di scuola e nella maggior parte dei casi non condiziona la quotidianità di chi la pratica”.

“Dall’indagine emergono due dati rilevanti”, sottolinea Silvia Zucconi, Coordinatore di Young Millennials Monitor Nomisma, “Innanzitutto, la propensione al gioco d’azzardo in Italia è un fenomeno distribuito in modo difforme: vi sono fattori che in modo chiaro ed inequivocabile determinano una maggior propensione al gioco tra i giovani. Genere, area geografica di residenza, tipo di scuola frequentata, caratteristiche della famiglia di provenienza, rendimento scolastico in matematica, stili di vita problematici quali l’uso di sostanze potenzialmente d’abuso. L’altro dato che emerge dall’indagine Young Millennials Monitor Nomisma è l’accesso al gioco d’azzardo dei minorenni (il 51% ha giocato nell’anno scolastico 2014-2015 in almeno 1 occasione). Seppur vi sia consapevolezza che il gioco possa trasformarsi in dipendenza (ne ha coscienza l’87% dei giovani), occorre rafforzare ulteriormente le iniziative di informazione e protezione dei target più sensibili”.

 

Prevenzione e monitoraggio strumenti indispensabili contro gioco problematico

“Ciò che appare importante per garantire uno sviluppo del settore compatibile con gli impatti sociali ad esso correlati è favorire una maggior informazione e trasparenza sui sistemi di prevenzione e controllo già esistenti, nonché sui rischi che possono derivare da un approccio non equilibrato al gioco d’azzardo, specie se tra gli utenti finali si prendono in considerazione i soggetti più vulnerabili e a rischio come i giovani” sottolinea Luca Dondi dall’Orologio Consigliere Delegato Nomisma “Young Millennials Monitor offre numeri e metodi per valutare, oltre alla dimensione socio-economica del settore e i comportamenti di gioco, anche l’incidenza del gioco problematico e le relative conseguenze in termini assistenziali e di costi sanitari che Nomisma intende mettere a disposizione di istituzioni, operatori economici e famiglie”.

 

“A emergere è la diversa incidenza del gioco su diversi gruppi di studenti” – affermano Emanuela Randon e Antonello Scorcu dell’Università di Bologna - “La maggior parte degli adolescenti non gioca d’azzardo o, pur giocando, non evidenzia forme problematiche. La ricerca identifica tuttavia alcuni specifici gruppi di adolescenti problematici che vanno monitorati e seguiti con grande attenzione”.

“Tra i fattori sentinella di una tendenza al gioco problematico” - aggiunge Elisabetta Poluzzi dell’Università di Bologna – “c’è lo stato di malessere fisico o mentale, riconoscibile sia tramite esternazioni dirette del ragazzo, che tramite comportamenti più o meno facilmente indagabili, ad esempio il ricorso a sostanze potenzialmente d’abuso o anche un uso di alcune classi di farmaci eccessivamente frequente”.

PG/Agipro

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