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Attualità e Politica

18/12/2015 | 14:21

Bplus, Consiglio di Stato conferma: "Giusto annullare l'interdittiva antimafia"

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ROMA - L'interdittiva antimafia della Prefettura di Roma a carico di Bplus non aveva elementi sufficienti per essere confermata. E' quanto afferma con una sentenza la Terza Sezione del Consiglio di Stato, confermando oggi la decisione del Tar Lazio che con due pronunce (la Seconda sezione a dicembre 2014 a la 1ter a maggio 2015) ha prima espresso dubbi e poi annullato il provvedimento - emanato dall’ex prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro - a carico del concessionario di slot machine, rappresentato dal professor Stefano Vinti e dagli avvocati Andrea Scuderi e Carmelo Barreca. Il Collegio di Palazzo Spada ha ribadito quanto affermato dai giudici in primo grado, ovvero che non ci sono prove per collegare Francesco Corallo, il principale azionista della società, alle attività mafiose del padre, Gaetano. "La parentela o affinità con soggetti risultati appartenenti alla criminalità organizzata non è di per sé fattore idoneo, in assenza di ulteriori elementi, a dare conto del tentativo d'infiltrazione mafiosa - si legge nella sentenza - in quanto non può in alcun modo instaurarsi un vero e proprio automatismo tra un legame familiare sia pure tra stretti congiunti, e il condizionamento dell'impresa". Il Consiglio di Stato sottolinea, inoltre che la copiosa serie di dati contenuti nel provvedimento del Prefetto non erano "decisivi al fine di comprovare il rischio di tentativi di infiltrazioni mafiose, poiché attinenti a comportamenti che, illeciti sotto il profilo fiscale o penale o rilevanti sotto il profilo della responsabilità contrattuale, non presentano una significativa valenza di potenziale pericolo di condizionamento mafioso". L’indebitamento fiscale, il mancato pagamento del canone di concessione e i trasferimenti di denaro alla casa madre "rivelano piuttosto attitudini illecite e/o scorrette sul piano dei rapporti con l’Erario", e non appare rilevante nemmeno il coinvolgimento dell’imprenditore nell’inchiesta della procura di Milano sui finanziamenti concessi dalla Banca Popolare di Milano. (segue) LL/Agipro

 

Bplus, Consiglio di Stato dice no a risarcimento danni (2)

ROMA - Nessun risarcimento, però è previsto per Bplus. Il Consiglio di Stato spiega che "nonostante l’adozione delle interdittive si sia rivelata ingiustificata, alla luce delle argomentazioni sopra svolte, tuttavia non può ritenersi dimostrato il danno derivato dall’adozione degli atti illegittimi". Per il risarcimento del danno chiesto dalla società serve "la positiva verifica, oltre che della lesione della situazione giuridica soggettiva di interesse tutelata dall'ordinamento, anche del nesso causale tra l'illecito e il danno subito, nonché della sussistenza della colpa o del dolo dell'amministrazione". Circostanze in questo caso non verificate. Non assume più interesse, invece, il ricorso incidentale della società contro la conferma del commissariamento, poiché l'amministrazione straordinaria è stata revocata poco più di un mese fa dall'attuale prefetto di Roma, Franco Gabrielli. (fine) LL/Agipro

 

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