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Attualità e Politica

22/03/2019 | 13:15

Giochi, Osservatorio Eurispes: dal Governo solo aumenti di tasse, serve un riordino per dare certezza giuridica al settore

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Decretone Osservatorio Eurispes Governo giochi Reddito cittadinanza

ROMA - «Al progressivo ed incessante aumento della tassazione» sui giochi del Governo «non ha fatto seguito, fino ad oggi, un vero riordino finalizzato a dare certezza giuridica al settore». Lo scrivono Chiara Sambaldi e Andrea Strata, direttori dell’Osservatorio permanente su "Giochi, legalità e patologie" dell’Eurispes. «Siamo di fronte a un Governo dei giochi a senso unico: mentre l’obiettivo "nobile" è quello di contrastare il disturbo da gioco, il risultato concreto è quello di utilizzare il settore del gioco pubblico per esigenze di finanza, senza incidere realmente sulla lotta alla ludopatia», spiegano, sottolineando che il provvedimento sul reddito di cittadinanza «è stato finanziato dal gioco per 1,5 miliardi di euro per tre anni».
Nel frattempo, «le iniziative adottate dalle Regioni e dai Comuni per la tutela della salute dei cittadini hanno come effetto quello di marginalizzare e indebolire la rete fisica legale di raccolta del gioco controllata dai Monopoli di Stato, a tutto vantaggio delle reti illegali», che «conquistano nuovi spazi territoriali», spiegano. «La tentazione di limitare l’offerta legale di gioco, anche per il superiore fine di prevenire i rischi di dipendenza, finisce per tradursi in un grande vantaggio competitivo per chi opera fuori dal sistema regolato, essendo così libero di offrire un prodotto di gioco più allettante e più dinamico, più vicino alle esigenze di svago degli utenti», sottolineano.
Il settore dei giochi «rivendica dignità giuridica e ha urgente bisogno di una cornice di regole certe, anche e in particolare per la tutela della salute, che garantiscano un’operatività piena e regolata e non a scartamento ridotto, per fronteggiare in “ottica concorrenziale” il mercato illegale, dinamico e sempre mutevole, e per garantire quel gettito erariale ritenuto, almeno ad oggi, irrinunciabile».
RED/Agipro

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