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Attualità e Politica

08/06/2017 | 13:30

Giochi, Casciari (PD): «Umbria attenta al contrasto alla dipendenza, bene l'ok all'equiparazione tra sale slot e scommesse»

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ROMA - In attesa che si compia entro aprile 2018 quanto previsto nella legge di stabilità 2016 del Governo, ovvero un taglio del 34% del numero degli apparecchi, e che l'intesa tra Governo e Regioni fornisca una riforma complessiva del settore, l'Umbria si conferma attenta a questa emergenza socio-sanitaria». Lo ha detto la consigliera regionale Carla Casciari (PD), «molto soddisfatta dell'approvazione delle modifiche alla legge regionale» sul contrasto al gioco patologico da parte dell'Assemblea legislativa dell'Umbria. La modifica, proposta dalla stessa consigliera Casciari, estende «l'ambito di applicazione delle limitazioni anche alle sale scommesse, equiparandole così alle sale da gioco per quanto attiene in particolare il rispetto delle distanze dai luoghi cosiddetti sensibili (minimo 500 metri da scuole, strutture socio sanitarie, luoghi di culto, centri socio ricreativi e sportivi e centri di aggregazione) introducendo la formazione obbligatoria anche per i gestori delle sale scommesse, l'obbligo di pubblicizzare il materiale relativo ai rischi collegati al gioco oltre che dei servizi di assistenza socio sanitaria per il giocatore patologico», ha spiegato. La modifica alla quale ha lavorato la consigliera Casciari è «frutto di un approfondimento sulla recente giurisprudenza in materia e della raccolta delle preoccupazioni degli enti locali, dei rappresentanti della società civile e delle associazioni del territorio», ha spiegato. «Una sentenza del Consiglio di Stato del dicembre 2016 ha parificato, infatti, l'attività di gestione delle scommesse lecite su competizioni ippiche o sportive o su eventi non sportivi, previste dall'articolo 88 del Testo unico di pubblica sicurezza, a quelle delle sale da gioco. La sentenza ha così riconosciuto che le Regioni e gli Enti locali possono regolamentare anche le attività delle sale scommesse per tutelare la sanità pubblica così come sancito dall'articolo dalla Costituzione e ribadito dal cosiddetto decreto Balduzzi del 2012», ha concluso. RED/Agipro

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