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Attualità e Politica

19/11/2019 | 12:57

Giochi in Emilia-Romagna, Galli (FI): "Rinviare chiusura attività a meno di 500 metri da luoghi sensibili"

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Giochi Emilia Romagna Galli FI

ROMA - La Giunta dell'Emilia-Romagna rinvii l’entrata in vigore, prevista per il 31 dicembre 2019, della normativa che dispone la cessazione dell’esercizio di sale gioco e sale scommesse nonché dell’attività di raccolta delle scommesse nei corner ubicati in locali che si trovino a una distanza inferiore a 500 metri da luoghi sensibili: è la richiesta avanzata da Andrea Galli (FI) in un question time discusso nell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna. «La delocalizzazione di queste attività a distanze superiori a 500 metri risulterebbe attuabile solo in un ristretto numero di casi, non solo per i costi elevati ma anche e soprattutto perché l’ampio novero di luoghi sensibili indicati e le disposizioni legislative e normative di vario ordine e grado riguardanti la programmazione territoriale, urbanistica e commerciale renderebbe impervia l’individuazione di locali idonei a rispettare tale distanza», ha spiegato. Inoltre, «si sarebbero già verificate difficoltà applicative della normativa regionale in quanto diversi Comuni non avrebbero ancora ultimato la mappatura dei luoghi sensibili e conseguentemente non avrebbero ancora notificato le diffide alle attività al di fuori delle distanze minime. Infine, non vi sarebbe nemmeno uniformità riguardo alle rilevazioni e ai calcoli delle distanze minime». Se, dunque, non ci sarà un rinvio – ha argomentato il consigliere – in conseguenza della disposizione interdittiva della Regione dal 1° gennaio 2020 «’è il rischio che venga a cessare oltre il 90 % della rete del gioco legale sul territorio regionale, comportando la chiusura di quasi tutte le sale gioco e sale scommesse che hanno tali attività come unica fonte di reddito e la significativa riduzione dei margini di reddito della quasi totalità delle attività commerciali che esercitano le attività di corner». Gli effetti, secondo il capogruppo di Fi, sarebbero rilevanti: «perdita di circa 8 mila posti di lavoro in Emilia-Romagna; spostamento della gran parte dell’attività di gioco dalla rete legale fissa regolata dalle concessioni statali a quella illegale gestita per lo più dalla criminalità organizzata nonché a quella telematica online ad accesso praticamente incontrollato da parte di minori e persone affette da ludopatia». Per questi motivi Galli ha sollecitato l’esecutivo regionale a «rinviare il termine ultimo per la cessazione di tali attività di un anno oppure sino all’entrata in vigore di una legge nazionale organica in materia di prevenzione e trattamento del gioco d’azzardo».
RED/Agipro

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