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Attualità e Politica

23/10/2019 | 12:08

Giochi, Palaia (sost. proc. DNA): "Indagini complicate dalla scarsa collaborazione dei paesi esteri"

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Giochi Palaia

ROMA - «Il settore dei giochi è di grande interesse per la criminalità organizzata, che va aumentando perchè continua a crescere il volume di affari. Tutto ciò a fronte di uno scarso rischio per le investigazioni, che sono molto complicate perchè portano sempre più spesso verso paesi esteri che offrono scarsa collaborazione». Lo ha detto Maria Cristina Palaia, Sostituto Procuratore presso la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, nel corso della presentazione della ricerca “Gioco pubblico e dipendenze nel Lazio”. «La magistratura continuerà a fare il proprio dovere, anche perchè via via si sta impratichendo nell'analisi di queste strutture criminali ma, nonostante l'ampiamento del gioco lecito, le organizzazioni criminali continuano a provare a inserirsi nel settore. Occorre che il legislatore dia una legge organica per disciplinare la materia, anche a uso e consumo di chi queste leggi deve applicarle. E' necessario che il settore cerchi di fornire il più possibile le segnalazioni di operazioni sospette», ha spiegato. 

 «Il principale interesse della criminalità organizzata è innanzitutto il controllo di apparecchi elettronici, attraverso cui si controllano anche le persone che gestiscono i locali commerciali e il territorio stesso. Il settore è uno strumento di contatto con persone che hanno particolari disponibilità economiche o competenze tecniche che possono essere strumentali ad altre finalità», spiega ancora la Palaia. «La presenza della criminalità oramai si colloca in maniera sempre più evidente nell'ambito del gioco online, perchè le mafie hanno in sè una vocazione transnazionale e la capacità di estendersi in territori diversi da quelli di diretta competenza - ha aggiunto - Nel gioco online, i delitti sono strettamente legali a vari reati digitali, dal phishing al furto d'identità: la criminalità raccoglie dati personali, che poi vengono utilizzati per creare conti di gioco illecitamente registrati o tavoli da gioco per persone che in realtà non sanno neanche di essere coinvolte».

 

«Le indagini principali dell'ultimo periodo hanno riguardato la nuova frontiera dell'illegalità: la criminalità organizzata permetteva ai clienti di giocare con postazioni di gioco collegate a siti stranieri - quindi illegali - riscuotendo le poste in contanti e compiendo una truffa ai danni dello Stato. Si tratta di una strategia che invoglia i giocatori, perchè fornisce vincite maggiorate perchè non vi sono costi per lo Stato da dover affrontare», ha spiegato ancora la Palaia. «Si creano federazioni tra più organizzazioni criminali, come ha dimostrato il sodalizio tra il clan Santapaola di Catania, il clan Martiradonna di Bari e la 'ndrangheta calabrese, che si spartivano gli utili. Anche Cosa Nostra ha un fortissimo interesse in questo campo, come testimonia l'indagine trapanese che ha dimostrato come i proventi del gioco illegale servissero a finanziare la latitanza di Matteo Messina Denaro», ha ricordato.

Per quanto riguarda nello specifico il Lazio, «le indagini hanno documentato l'interesse per le tradizionali attività estorsive nei confronti dei titolari degli esercizi commerciali o degli stessi scommettitori, alla gestione e alla distribuzione degli apparecchi da intrattenimento (anche leciti), oppure alla gestione delle sale gioco con i cosiddetti prestanome: su quest'ultimo aspetto c'è stata un'evoluzione, perchè si è assistito al trasferimento di soggetti mafiosi sul territorio laziale», ha concluso.
MSC/Agipro

 

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