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Attualità e Politica

23/05/2018 | 10:10

Giochi, Parma: via le slot da 252 esercizi entro la fine dell'anno

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Giochi Parma slot

ROMA - Entro la fine dell'anno, saranno 252 i locali (bar, tabaccherie o circoli) di Parma che dovranno rimuovere le slot, mentre quasi tutte le 27 sale scommesse presenti in città dovranno scegliere se chiudere l'attività oppure delocalizzarla in una delle zone in cui la loro presenza resta compatibile. I provvedimenti di chiusura, a partire da metà giugno, dovranno essere inviati agli interessati, che avranno tempo fino al 31 dicembre per adeguarsi alle nuove disposizioni. «Politicamente abbiamo sempre sostenuto che Parma dovrebbe essere una città "no slot", tanto che sono state approvate all'unanimità sia la precedente delibera che limitava fortemente l'introduzione di nuovi punti scommessa, sia l'ordine del giorno consiliare. Ma non abbiamo voluto imporre nessuna forzatura. Questa delibera, che agisce pesantemente sulle strutture già insediate nasce da un preciso obbligo determinato dalla normativa regionale concepita per motivazioni sanitarie, e dalla circolare applicativa, che impone ai Comuni i criteri di zonizzazione di slot machine e sale scommesse», ha spiegato l'assessore all'urbanistica Michele Alinovi, che ha presentato in Commissione consiliare la delibera, con le nove osservazioni pervenute, da sottoporre a fine maggio all'approvazione del Consiglio.
«Nel dicembre scorso abbiamo ultimato la mappatura, e questo è il risultato. In sostanza la conseguenza è che non si possono collocare queste apparecchiature in zone residenziali, zone di terziario, commerciali e rurali, individuate con cerchi di 500 metri. In pratica è consentito solo in aree produttive con le caratteristiche indicate nella deliberazione. Comunque abbiamo agito salvaguardando questa possibilità, ma ci sarà una larghissima porzione di territorio in cui non esisteranno strutture per il gioco d'azzardo».  A chi ha fatto notare che un provvedimento così drastico potrebbe incidere pesantemente sia su imprese che hanno investito in questa attività, sia su tanti esercizi pubblici come bar e tabaccherie che ospitano le slot, è stato fatto notare che «il Comune non può sottrarsi dall'applicare una norma sovraordinata», con l'auspicio che gli esercizi pubblici trovino nella loro attività principale il modo di qualificarsi e che le imprese, se vogliono continuare, lo possano liberamente fare nelle zone consentite: «Peraltro la concentrazione in pochi luoghi ben individuati renderà più facile anche l'attività di controllo delle forze dell'ordine e gli interventi di natura sanitaria contro le ludopatie, che colpiscono tanti cittadini», ha concluso.
RED/Agipro

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