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Attualità e Politica

29/10/2020 | 17:08

Giochi, Schiavolin (ad Snaitech): “Lotta al match fixing e sostegno economico, così il betting fa bene allo sport”

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Giochi Schiavolin ad Snaitech match fixing betting sport

ROMA - «Il dibattito che ruota attorno alle scommesse sportive è più che mai attuale. Sia da parte dell’opinione pubblica, che ci guarda con sospetto, che da parte delle istituzioni, come dimostrato dalle chiusure disposte dall'ultimo DPCM del Governo e dalle normative delle amministrazioni locali». E' quanto ha dichiarato l'amministratore delegato di Snaitech Fabio Schiavolin, intervistato dal direttore del Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni nel corso della maratona digitale SportLab. “Il betting fa bene allo sport?”, era il titolo del panel, e la risposta di Schiavolin è stata netta: «Il betting fa senz'altro bene allo sport. In primo luogo, perché noi operatori legali vigiliamo sull’integrità dello sport professionistico, sia con corsi di formazione, come quelli realizzati da Snaitech con il Genoa e Milan, sia con i nostri sistemi di controllo che, in virtù di un livello tecnologico altissimo, consentono in tempo reale di combattere il match fixing». Il secondo effetto benefico del betting, a giudizio di Schiavolin, andrebbe rintracciato nelle risorse che gli operatori investono in comunicazione, a vantaggio del mondo dello sport e dei media sportivi. Un canale che però in Italia si è interrotto. «Purtroppo il Decreto Dignità ha bandito ogni possibilità in tal senso. La mancanza degli oltre 140 milioni di euro che il nostro settore investiva nello sport ha ridotto il valore di tutto il “prodotto sportivo” facendo venire meno risorse non solo al mondo del calcio ma anche agli sport cosiddetti “minori”».
Parlando di pubblicità e comunicazione, l'ad di Snaitech non nasconde però la necessità di un mea culpa da parte dell'industria del gioco legale, che non si è mostrata in grado di autoregolamentarsi in maniera efficace. «In alcuni casi il tono utilizzato per gli spot è stato troppo aggressivo. Inoltre, l’eccessivo affollamento pubblicitario ha notevolmente appiattito l’efficacia stessa del messaggio di comunicazione. Questa incapacità di autoregolamentarsi credo abbia contribuito in maniera determinante allo stop totale di ogni forma di comunicazione». Schiavolin ritiene quindi «necessario attenersi a codici diversi mettendo sempre al primo posto la passione per lo sport e il concetto del pronostico come momento di svago e divertimento». Il legame tra betting e sport è in ogni caso molto stretto: «Noi viviamo di sport. Se lo sport è meno appetibile, lo sono di meno anche i nostri prodotti. Nella nostra attività quotidiana spieghiamo regole e tradizioni, raccontiamo il fascino di tutti gli sport sui nostri blog e siti internet, nelle nostre agenzie, sulle nostre app o sulla nostra radio. Siamo veicoli di cultura sportiva. È lo sport il nostro mestiere, non i numeri».
MF/Agipro
(segue)

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