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Attualità e Politica

08/11/2018 | 09:25

Ippica, pasticcio Mipaaft: ippodromi ancora a secco e cavalli a rischio

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Ippica Mipaaf ippodromi cavalli

ROMA - Un rilancio del settore - promesso e mai avvenuto -, ricorsi contro il sistema di (de)classificazione degli ippodromi, società di corse che lamentano pagamenti mai ricevuti: l'ippica è al collasso e a farne le spese sono i lavoratori del settore e, soprattutto, i cavalli.
Lo scorso febbraio il ministero delle Politiche agricole stilò una classificazione degli ippodromi, con una divisione in 5 fasce di merito: diversi ippodromi storici vennero declassati, con le loro corse principali trasferite in altre strutture. Successivamente, la classificazione venne modificata, con la riammissione di 11 piste definite senza ruolo. Dopo la recente serrata delle società di corse, determinate a farsi pagare gli arretrati dal ministero, è stato deciso di erogare i compensi agli ippodromi secondo criteri precedenti. Ma i fondi restano bloccati, perchè la Corte dei Conti sta verificando eventuali anomalie. Alcuni ippodromi hanno deciso di presentare ricorso al Tar contro la classificazione: solo pochi giorni fa, il Tar Lazio è tornato a sollecitare il Ministero, che dovrà chiarire tassativamente entro la prima settimana di gennaio la situazione dei tre ippodromi sardi - Chilivani, Sassari e Villacidro - declassati alla fine di gennaio dal decreto Castiglione sulla classificazione degli impianti e poi “riabilitati” dal decreto del 18 aprile.
Nel frattempo, però, la classificazione degli ippodromi continua a fare danni: l'ultimo a farne le spese, in ordine di tempo, è l'ippodromo di Varese, che ha subìto un taglio di 9 giornate di corse. «Una riforma dell'ippica è necessaria, ma deve essere fatta con criterio e se ci diranno che dobbiamo mollare qualcosa lo faremo nell'interesse di tutti. Ma così è tutto inutile e dannoso. Le corse di Várese rendono 120mila euro al mese al sistema e soprattutto sono il pane per 200 cavalli che invece non guadagneranno un euro. E vi lascio immaginare le conseguenze», ha denunciato il patron Guido Borghi.
Il ministro Centinaio, che recentemente ha incontrato i rappresentanti del settore promettendo uno smaltimento dei pagamenti non ancora erogati, ha annunciato la convocazione di due tavoli di lavoro, uno programmatico a medio e lungo termine e uno tecnico, con l'obiettivo di tornare già dal 2019 a una programmazione annuale delle corse ma, per ora, gli ippodromi restano al palo. Anche il Parlamento stuzzica il Ministro: l'ex presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Paolo Russo (FI), gli aveva chiesto "quali iniziative intende assumere per risolvere la situazione e per consentire a tanti padri di famiglia di superare l'oggettiva condizione di difficoltà che inevitabilmente si ripercuote negativamente sull'intero settore, con implicazioni anche sul turismo e sulle attività agricole". Centinaio, però, non ha ancora risposto.
MSC/Agipro

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