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Attualità e Politica

09/01/2020 | 11:44

Operazione "Gaming Machine" a Bari, le slot del clan imposte agli esercizi commerciali

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Operazione Gaming Machine Bari slot

ROMA - L'imprenditore Baldassarre D'Ambrogio, titolare di una società di noleggio di apparecchi da gioco e intrattenimento, finito oggi in manette nell'ambito dell'operazione della Guardia di Finanza "Gaming Machine" scattata a Bari, grazie ai rapporti di affari con vari esponenti del clan Anemolo, delle articolazioni del clan Strisciuglio facenti capo a Lorenzo Caldarola e a Vito Valentino e del clan Capriati, aveva acquisito una posizione monopolistica nel settore, con l’estromissione forzosa della concorrenza. Gli emissari dei diversi gruppi criminali indicavano D'Ambrogio come unico noleggiatore cui rivolgersi per l’installazione dei congegni da intrattenimento ai titolari delle attività commerciali ubicate nei territori su cui esercitavano la loro influenza.
I clan facevano anche rimuovere eventuali apparecchi di altri imprenditori già presenti nell’esercizio, impedendo così agli esercenti la libera scelta del fornitore cui rivolgersi in base alla convenienza economica e alle regole di mercato improntate alla libera concorrenza. La provvigione corrisposta ai clan era parametrata al numero di slot machine che le organizzazioni riuscivano a far installare presso gli esercizi ubicati nelle zone di rispettiva influenza, ovvero agli introiti che ciascun esercizio commerciale otteneva dalle giocate effettuate sugli apparecchi noleggiati. Le indagini hanno evidenziato talvolta la riscossione di una somma di circa 100 euro per congegno installato, ovvero la corresponsione di una somma forfettaria mensile variabile tra 1000 e 5000 euro (in ragione ad esempio della qualità dei rapporti con il clan criminale di riferimento ovvero in base all’ubicazione dell’esercizio commerciale dove erano installati gli apparecchi); in altri casi la provvigione riconosciuta al clan era proporzionale al volume delle giocate al netto delle vincite pagate. Vincite del tutto esigue, tenuto conto che in diversi casi i congegni elettronici erano stati manomessi e scollegati dalla rete telematica di collegamento con l’Agenzia dei Monopoli, con evidenti riflessi negativi per l’Erario.
RED/Agipro

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