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Attualità e Politica

21/10/2019 | 14:10

Operazione Hydra in Puglia: Sacra Corona Unita infiltrata nel settore slot, sequestri per 12 milioni

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Operazione Hydra Puglia settore slot sequestri

ROMA - È scattata questa mattina, nelle province di Lecce, Taranto e Bari, l'Operazione Hydra dei militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Lecce, coordinati dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, in esecuzione di un decreto di sequestro per 12 milioni di euro a carico di tre fratelli di Racale (LE), ritenuti affiliate ai clan della Sacra Corona. Secondo quanto accertato dalle indagini, per "schermare" i proventi derivanti dal business del gioco, i tre avevano costituito ad hoc una società formalmente intestata ai dipendenti di un’altra azienda “di famiglia” già colpita da una misura interdittiva antimafia.
Gli investigatori hanno messo poi la lente di ingrandimento su operazioni commerciali sospette tra cui la cessione di un ramo d’azienda di un consistente valore commerciale, composto da apparecchiature da intrattenimento e dispositivi cambiamonete, a fronte di un lunghissimo e diluito pagamento rateale da parte di un prestanome che il Tribunale locale ha chiaramente dichiarato «economicamente incapace di avviare una così lucrosa attività partendo da zero», segno che si trattava – evidentemente – di un tentativo per “schermare” i reali proprietari che intendevano sviare eventuali indagini a loro carico.

Il Tribunale di Lecce, considerata la sproporzione tra i redditi del titolare della società – come detto mero prestanome – ed il valore della stessa, e tenuto conto che, in realtà, questa altro non era che una ditta “pulita” creata ad hoc proprio per consentire la prosecuzione delle attività illecite dei fratelli di Racale colpiti da misure interdittive e di prevenzione antimafia, ha disposto il sequestro delle quote societarie nonché dell’intero compendio aziendale della società che è titolare di oltre 1.500 slot machine dislocate nel centro e sud Italia, per un valore complessivo prudenzialmente stimato in oltre 7 milioni di euro, ritenendo che la stessa abbia rinvenuto i propri iniziali investimenti proprio nei capitali illeciti accumulati nel tempo dalla precedente S.r.l. «divenendo oggetto di utile reimpiego degli stessi in un'ottica volta a creare un soggetto giuridico ove riversare le sostanze finanziarie lontano dalla visuale investigativa degli inquirenti», recita testualmente il Tribunale di Lecce.
Contestualmente, i militari del G.I.C.O. stanno procedendo alla notifica della sentenza di confisca di un patrimonio (una trentina di immobili, quote societarie e conti correnti) del valore di oltre 5 milioni di euro.
RED/Agipro

 

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