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Attualità e Politica

29/07/2021 | 13:05

Sbc Digital Italia, Graziosi (Snaitech): "Il lockdown ha dato una spinta al gioco online, ora regole multichannel"

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Sbc Digital Italia Graziosi Snaitech lockdown gioco online multichannel

ROMA - «Con la pandemia, nel betting, pur rimanendo costante l’offerta, c'è stata una migrazione dei clienti dell'ambiente retail a quello online. A questa, si è aggiunto un effetto volano spinto dai gestori e aiutato dai concessionari che hanno inventato, in questo periodo difficile, delle forme di "compensation" che rendessero attrattivo spostare i clienti sull'ambiente digitale. L'operazione è riuscita: di fatto, oggi, l'omnicanalità nel betting è una realtà e gran parte dei clienti gioca sia in agenzia che online, in maniera virtuosa per l'intera filiera. L'omnicanalità è oggi un fatto nella nostra industria e questo nuovo scenario deve stimolare nuove regole». Lo ha spiegato Alessandro Graziosi, Digital Director Snaitech, nel corso del panel "La grande corsa del gioco online" organizzato nell'ambito di Sbc Digital Italia. «I numeri di luglio ci portano a un ottimismo anche eccessivo, grazie agli Europei di calcio. I segnali sono positivi, ma è troppo presto per sbilanciarsi. Per avere numeri sensati bisogna aspettare la ripresa dei campionati». 
La pandemia è stata «un fattore di contesto imprevedibile»: oggi «abbiamo imparato a fare la spesa anche online, ma questo non significa che non frequentiamo più il supermercato. Facendo un parallelo col betting, si riesce ad apprezzare la facilità di usare lo smartphone per giocare una multipla pre-match, ma poi si ha altrettanto piacere a seguire l'evento live in agenzia. Resta la barriera normativa tra i due canali: non si tratta di un vincolo tecnologico, ma bisogna adeguare la normativa al nuovo contesto. Su questo aspetto, c'è unità di intenti da parte di tutti gli stakeholder, ci sono dei nodi legislativi da sciogliere ma auspichiamo che vengano risolti velocemente. Oggi non si può ignorare la centralità di un cliente che sceglie» entrambi i canali, «bisogna avvicinare la sua esperienza di gioco e le sue scelte alla multicanalità».
Sui casinò, invece, «c'è da fare un'osservazione che non è così scontata o intuitiva: l'offerta - in particolare di slot - nell'ambiente digitale è enormemente più grande rispetto a quella disponibile nel retail. Ragionevolmente, quindi, ci si poteva aspettare una migrazione più veloce e decisa della clientela ma questo non è avvenuto per una serie di ragioni, legate in parte ai servizi della sala, a ragioni di privacy o anche a ragioni scaramantiche». Inoltre, «come è successo col betting, è ragionevole pensare che la spesa che non appare nei numeri ufficiali si sia riversata sul gioco illegale, cosa che deve indurre a una riflessione sulla tutela dei giocatori». Il rapporto Luiss-Ipsos ha mostrato che «circa il 20% è andato - consapevolmente o meno - all'interno del canale illegale. La riflessione è abbastanza semplice e riguarda due punti di vista. Il primo è il Decreto Dignità: se si proponeva di calmierare la domanda, non ha funzionato. La domanda è ancora lì» e lo dimostra «la migrazione massiva dall'ambiente retail a quello digitale, che è avvenuta in costanza di divieto di pubblicità. Dove non c'è legalità, la domanda si rivolge ad altri canali». Il Decreto Dignità però «spunta l'arma agli operatori legali per far capire la differenza ai giocatori rispetto all'illegalità», spiega. «La seconda circostanza, più legata al retail, è la normativa a macchia di leopardo degli enti locali che ha finito per essere espulsiva delle attività di gioco in alcuni territori».
MSC/Agipro

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