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Attualità e Politica

17/03/2020 | 12:35

Decreto dignità, Gravina (FIGC): "Lavoriamo su idee da presentare al Governo"

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SerieA Gravina coronavirus

ROMA - «Stiamo lavorando» sull'ipotesi di un'abolizione del decreto Dignità, «stiamo mettendo giù una serie di idee da presentare al Governo per dare un senso ad un momento di grande difficoltà». Lo ha detto Gabriele Gravina, presidente della FIGC, intervenuto ieri sera in esclusiva ai microfoni di Sportitalia per chiarire la situazione. «L'aspetto positivo che dobbiamo cogliere da questo triste momento è quello di riscoprirci migliori in termini di relazioni fra di noi. Dobbiamo essere in grado di dare contenuto al concetto di sistema. Se ci riusciremo, il calcio potrebbe ripartire con un’alba migliore rispetto al passato». Parlando poi del proseguimento del campionato, Gravina ha detto: «Non vogliamo ammazzare il campionato e vorremmo portarlo a compimento. La deadline deve essere il 30 giugno, entro quella data dobbiamo concludere il campionato 2019/2020. Andare oltre non è impossibile, a meno che non si adotti un provvedimento a carattere internazionale». Sul possibile rinvio (sempre più certo) di Euro 2020, Gravina pensa sia la soluzione più adeguata: «L’unica certezza è il completamento dei tornei, tutto dipende dal tempo a disposizione. Se c’è poco tempo, mi sono permesso di consigliare i playoff ed i playout. Anche la UEFA ha accolto piacevolmente questa mia idea. L’altra ipotesi è quella del congelamento della classifica». Su una possibile non assegnazione, Gravina glissa: «La escludo. Non si tratta solo del titolo, poiché c’è l’obbligo di comunicare alla UEFA chi va in Champions ed in Europa League, oltre alla questione retrocessione. Io mi auguro che riusciremo a finire il campionato». Sulla possibilità di una Serie A con 22 squadre, Gravina è categorico: «No, non mi va di penalizzare soggetti perché non vogliamo affrontare con maggiore senso di responsabilità quello che deve essere il rispetto dei format dei campionati. Congelare gli stipendi? Dobbiamo parlarne anche con i calciatori, deve essere una cosa condivisa e non imposta».

FT/Agipro

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