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Attualità e Politica

17/11/2016 | 15:50

Scommesse, Tribunale di Bergamo cancella multa da 30mila euro per slot in Ctd Stanleybet

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Slot Ctd Stanleybet

ROMA - Il Tribunale di Bergamo ha annullato «una sanzione di 30.000 euro comminata da ADM Lombardia a carico di un CTD Stanley» che aveva installato delle slot in assenza della licenza di pubblica sicurezza. E’ quanto fa sapere in una nota l’operatore, che sottolinea come secondo i giudici che citano «sia il Consiglio di Stato che il Consiglio di Giustizia Amministrativa, al CTD è stata negata la licenza in parola in violazione del diritto dell’Unione e se è illegittimo il diniego ne consegue la illegittimità della sanzione».

«Bergamo è solo uno dei tanti casi - scrive ancora l’operatore - Impossibilitati ad installare le macchine a causa delle sanzioni che sono scaturite dall’applicazione» di una circolare dei Monopoli di Stato, «i CTD si sono accontentati, e la Stanley ha dovuto subirlo, di locali più piccoli. Il tutto alla vigilia di una nuova gara che la Stanley dovrà ora affrontare con locali meno attraenti e meno performanti, e quindi in condizioni di inferiorità rispetto agli altri operatori».

Esito differente a Roma, dove il Tribunale civile non ha accolto la richiesta di risarcimento avanzata da Stanleybet nei confronti di un dirigente dell’Agenzia dei Monopoli, proprio sull'emanazione della circolare che vieta le slot nei Ctd, ma che l’operatore comunque «considera positivo» vista che è stata ribadita la legittimità costituzionale della chiamata in giudizio del singolo funzionario.

Secondo Stanleybet, però, «il giudice purtroppo si limita ad una condivisibile disamina formale del problema che gli è stato prospettato, ma non conosce le caratteristiche peculiari del settore, e non sa cosa succede in realtà», proprio come nel caso di Bergamo, in cui sono state comminate sanzioni «per aver installato le macchine in mancanza di una licenza che non viene concessa in violazione del diritto dell’Unione».

Secondo l’operatore ci sono i presupposti «per un più che fondato ricorso alla Corte di appello» in merito alla richiesta di risarcimento, mentre «dal lato delle sanzioni la Stanley intende coinvolgere la Corte di Giustizia».

RED/Agipro

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