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Attualità e Politica

10/11/2017 | 15:47

Riordino giochi, Ferri (Emilia-Romagna): «Nessuna modifica alla nostra legge regionale»

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ROMA - «Modificare la legge? Non vedo proprio perché». La risposta di Mila Ferri, responsabile dell'Area salute mentale e dipendenze patologiche della Regione Emilia-Romagna, non si presta ad equivoci: la Regione, in materia di giochi, andrà avanti per la propria strada, malgrado gli appelli del Sottosegretario all'Economia Baretta, che proprio ieri ha ribadito come le normative locali debbano adeguarsi all'accordo sottoscritto in Conferenza Unificata da Governo ed enti locali lo scorso 7 settembre. In sintesi, le Regioni dovrebbero garantire una “equilibrata distribuzione” sul territorio dei punti di gioco e non eccedere rispetto alle due misure principali dell'accordo: taglio del 35% degli apparecchi e dimezzamento dei punti di gioco. Il problema nasce perché i severi distanziometri regionali (come quello dell'Emilia Romagna) sono destinati a tagliare di fatto una percentuale ben maggiore di apparecchi e sale giochi. Come si risolve questo latente contrasto?

«Intanto – spiega Mila Ferri - Il testo uscito dalla Conferenza Unificata non è una legge, ma un accordo, e neanche tanto dettagliato. Deve essere seguito da un decreto applicativo che stiamo aspettando. Inoltre va ricordato come nel testo uscito dalla Conferenza Unificata venga esplicitamente scritto che Regioni e Province autonome, ai fini del contrasto alla ludopatia, potranno prevedere forme maggiore di tutela per la popolazione rispetto al testo dell'intesa. Questa parte, anche a giudizio del nostro presidente Bonaccini, va intesa letteralmente. Ecco perché non c'è alcun motivo di rivedere la nostra legge di contrasto al gioco patologico».
Intanto, come previsto dalla legge regionale, i comuni stanno procedendo alla mappatura dei luoghi sensibili, al fine di individuare tutti i punti di gioco non in regola con il distanziometro, destinati quindi a chiudere o trasferirsi. L'operazione deve concludersi entro il 31 dicembre prossimo. «Stanno procedendo – conferma la Ferri – e sotto questo profilo non penso proprio che ci saranno lungaggini o intoppi». 
Un altro tema che, a proposito di giochi, ha riguardato di recente il rapporto tra Governo e Regioni è il blocco del fondo antiludopatia disposto dal Tar per carenze sulla valutazione dei piani regionali: 50 milioni da distribuire proporzionalmente alle amministrazioni, circa 3,6 milioni destinati all'Emilia-Romagna. «Al momento del blocco – dice la Ferri – avevamo già i soldi in cassa e stavamo per deliberare l'approvazione del piano. Ovviamente ci siamo fermati, in attesa che la situazione si risolva». La dirigente fa anche parte dell'Osservatorio Nazionale del gioco Patologico (istituzionalmente coinvolto nella vicenda), in qualità di rappresentante della Conferenza delle Regioni. Tempi per lo sblocco dei fondi? «Li deciderà il Ministero della Salute. Nell'ambito dell'Osservatorio, stiamo discutendo. Ci siamo visti ieri e abbiamo in programma una serie di incontri ravvicinati. Come rappresentante dell'Emilia-Romagna posso auspicare una sola cosa: che si faccia tutto presto e bene».
MF/Agipro

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