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Attualità e Politica

20/11/2020 | 11:10

Giochi in Piemonte, lo studio Cgia: in tre anni via le slot dal 77% degli esercizi pubblici, a rischio 3.800 posti di lavoro

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ROMA - Gli incassi delle slot machine sono in crollo, ma con pesanti ricadute occupazionali e un taglio netto per le entrate erariali. Queste le conclusioni dello studio realizzato dalla Cgia di Mestre - presentato oggi nel corso di un webinar organizzato con il sostegno di As.Tro, Associazione degli operatori del gioco lecito e Sapar, Associazione nazionale gestori giochi di Stato - sulla situazione del settore in Piemonte a tre anni dall'entrata in vigore delle disposizioni contenute nella legge regionale contro la ludopatia. La norma approvata nel 2016 ha vietato, a partire da novembre 2017, le slot negli esercizi pubblici situati a meno di 500 metri (300 metri nei comuni con meno di 5000 abitanti) da luoghi sensibili come scuole, luoghi di culto, ospedali, ecc. Da maggio 2019 sono state sottoposte al distanziometro anche le sale giochi e scommesse, a parte quelle con autorizzazioni decorrenti dal gennaio 2014, la cui scadenza è prevista nel maggio 2021. La stretta ha ridotto in modo significativo la presenza di Awp ("amusement with prize", la denominazione tecnica delle slot) sul territorio. Nel periodo 2016-2019 le slot in Piemonte sono diminuite di oltre 17 mila unità, una contrazione di quasi il 60% (-58,5%). Ancora più evidente la riduzione degli esercizi generalisti, come bar e tabacchi, in cui sono presenti apparecchi da gioco: dai 6.323 del 2016 ai 1.431 del 2019, il ridimensionamento è stato del 77,4%, ben più del doppio rispetto al taglio medio su scala nazionale (30%). 
A rischio ci sono naturalmente anche i dipendenti, la cui occupazione è garantita dal reddito degli apparecchi. Al riguardo, la Cgia stima una perdita di posti di lavoro pari a 1.700 unità, una valutazione prudenziale sui dati disponibili fino a dicembre 2019 «che non considera ancora l’impatto del distanziometro sul settore delle sale dedicate (sale gioco e sale scommesse)». Gli inasprimenti fiscali e la piena applicazione del distanziometro (dopo maggio 2021) potrebbero invece portare a una perdita tra i 2.870 e i 3.800 posti di lavoro. LL/Agipro

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