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Attualità e Politica

26/05/2020 | 17:00

Ippica, L'Abbate (Mipaaf): "Dopo la ripartenza delle corse, Ministero al lavoro per la riforma del settore"

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ROMA - Dopo il via libera all'ippica, da lunedì 25 maggio, il Ministero delle Politiche Agricole conferma che il lavoro per la riforma del settore continua a pieno ritmo. «L’epidemia Covid-19 non ha bloccato il progetto di riforma che stiamo portando avanti – ha spiegato il Sottosegretario al Mipaaf, Giuseppe L’Abbate, in un'interrogazione al Senato – Oltre alla riduzione dei tempi di liquidazione dei premi relativi alle corse ippiche, grazie all’introduzione di semplificazioni e di processi informatizzati, siamo al lavoro sulla revisione e ammodernamento delle scommesse con una interlocuzione costante con i rappresentanti del comparto. Ci auguriamo, intanto, di ripartire quanto prima con il piano di comunicazione per la promozione di questa importante filiera italiana che può tornare allo splendore che merita».

Il primo grande passo per l'ippica si è compiuto ieri con la ripartenza dalle corse: oltre 30.000 operatori e circa 8.000 cavalli da corsa hanno ripreso a correre, seppur a porte chiuse, a Follonica, Taranto ed Albenga. Il Ministero, ha ribadito L'Abbate, ha cercato di scongiurare il rischio di ulteriori danni economici che un ritardo nella ripresa avrebbe prodotto per il settore. Fin dalla prima settimana di lockdown, il Mipaaf ha emanato circolari che hanno evidenziato il carattere di filiera economica e la necessità di salvaguardare il benessere degli animali.
«Con tempestività e in collaborazione con le parti sociali interessate, abbiamo predisposto le linee guida che definiscono le misure organizzative necessarie a garantire lo svolgimento delle gare in sicurezza che sono state inviate al Comitato tecnico scientifico – ha continuato L’Abbate – Il lavoro di squadra con i colleghi di Governo (in primis il Ministro della Salute) ha consentito di esplicitare ciò che era nelle pieghe degli atti di indirizzo, ovvero che la ripresa delle attività di organizzazione delle corse ippiche non era una forzatura, bensì la naturale risposta ad una filiera economica e ad un sistema produttivo che denota caratteristiche di sicurezza intrinseche», ha concluso.

RED/Agipro

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