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Attualità e Politica

15/05/2017 | 15:01

Manovra, Camera: tutti gli emendamenti sui giochi ammessi dalla Commissione Bilancio, al voto da giovedì 18 maggio

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ROMA - Tutti gli emendamenti sui giochi presentati alla manovra hanno superato il vaglio dell'ammissibilità della Commissione Bilancio della Camera, che oggi ha avviato l'esame del provvedimento e giovedì 18 maggio comincerà a votare le proposte di modifica. Sono circa 900 - ha riferito il presidente della Commissione Francesco Boccia - gli emendamenti inammissibili (solo per estraneità di materia) e i deputati hanno tempo fino alle 17.30 di oggi per presentare ricorso.

AUMENTO TASSAZIONE - Circa la metà degli emendamenti riguarda il prelievo sugli apparecchi, il raddoppio della tassa sulla fortuna e l'aumento della ritenuta sulle vincite del Lotto: la Lega Nord propone di innalzare il prelievo sulle slot fino al 27%, il Movimento 5 Stelle e Fratelli d'Italia arriverebbero fino al 19% per le VLT. Tancredi (AP) vorrebbe anticipare dal 1° ottobre al 1° luglio l'entrata in vigore delle norme sui giochi previste in manovra e, soprattutto, chiede di aumentare la ritenute sulle vincite del Lotto al 10 o al 12%.

ALTRI GIOCHI - Tra le diverse proposte, Palese (CoR) e Laffranco (FI) chiedono di intervenire anche sui «giochi di sorte a quota fissa e per i giochi di carte organizzati in forma diversa dal torneo», fissando «l'aliquota di imposta unica, applicata sulle somme giocate è pari al 59,2% delle somme che, in base al regolamento di gioco, non risultano restituite al giocatore». Inoltre, «alle scommesse a quota fissa, escluse le scommesse ippiche, l'imposta unica si applica sulla differenza tra le somme giocate e le vincite corrisposte, nelle misure del 39,3% (se la raccolta avviene su rete fisica) e del 43,3% (se la raccolta avviene a distanza)».

AGGI E CANONI DI CONCESSIONE - Palese (CoR) e Laffranco (FI) propongono anche di ritoccare «l'aggio per i raccoglitori del gioco del lotto e dei giochi accessori, il compenso al ricevitore dei giochi numerici a totalizzatore nazionale e l'aggio per il venditore al dettaglio delle lotterie nazionali ad estrazione istantanea», fissandolo «nella misura del 6,5% della raccolta di gioco», mentre «per tutte le concessioni di gioco in essere, anche in regime di proroga, è applicato un canone di concessione commisurato allo 0,35% della raccolta di gioco, fatta eccezione per quella riferita alle scommesse a distanza a quota fissa con interazione diretta fra giocatori».

RIDUZIONE SLOT - Un emendamento interamente sostitutivo dell'articolo 6 della manovra, presentato dal deputato Dario Parrini (PD) chiede che «ciascun concessionario acquisisca i nulla osta, di durata pari a quella residua della concessione, per gli apparecchi che consentono il gioco pubblico da ambiente remoto, versando 700 euro per ciascun nulla osta in tre rate annuali di pari importo, entro il 31 dicembre 2017, il 31 dicembre del 2018 ed il 31 dicembre del 2019». Alla data del 31 dicembre 2017, «il numero complessivo dei nulla osta di esercizio di tali apparecchi non può essere superiore a 345.000» e alla data del 30 giugno 2018 il numero complessivo dei nulla osta di esercizio non può essere superiore a 265.000». La riduzione «è effettuata da ciascun concessionario in modo tale che il numero di apparecchi collegati alla propria rete telematica al 30 giugno 2018 sia di almeno il 35 per cento inferiore rispetto al numero di apparecchi da ciascuno detenuti al 31 dicembre 2016».

RECUPERO TASSA DA 500 MILIONI - Nello stesso emendamento, Parrini propone che «per il recupero delle residue somme» della tassa da 500 milioni prevista dalla legge di stabilità 2015, «ancora dovute dai soggetti che, secondo le rispettive competenze, operano nella gestione e raccolta del gioco praticato mediante» slot «i concessionari della rete telematica si avvalgono del testo unico delle disposizioni relative alla procedura coattiva per la riscossione delle entrate patrimoniali dello Stato: il concessionario può procedere all'iscrizione a ruolo delle somme dovute».

DIVIETO DI PUBBLICITÁ - Il Movimento 5 Stelle e Sinistra Italiana tornano a chiedere una stretta alla pubblicità dei giochi: un emendamento a prima firma di Massimo Enrico Baroni (M5S) chiede il divieto per qualsiasi forma di pubblicità dell'azzardo, pena una sanzione da 50mila a 500mila euro, i cui proventi dovrebbero essere destinati alla prevenzione e alla cura del gioco patologico. Giovanni Paglia (SI) chiede di estendere a tutti i canali tv (anche quelli specializzati) il divieto di spot del gioco e di prolungare la fascia protetta fino alle 24. 

PAGAMENTI ELETTRONICI - Mantero (M5S) propone che, dal 30 settembre, «i pagamenti e le riscossioni relative alle forme di gioco con vincite in denaro, esercitate negli esercizi e nei centri di scommesse autorizzati, sono effettuati esclusivamente in forma elettronica mediante strumenti di pagamento che consentano l'identificazione del disponente e del beneficiario».

MODIFICHE AL PAYOUT - Baroni (M5S) chiede anche che, dal 2018, «la percentuale minima di restituzione in vincite (pay out) della raccolta derivante da giochi sia trasformata in percentuale massima della raccolta derivante dai giochi» e che sia «fissata nella misura del 68 per cento». Con «una quota pari a 200 milioni di euro delle maggiori entrate» si dovrà «incrementare il Fondo per la prevenzione e cura del gioco patologico».

TESSERA DEL GIOCATORE - Due emendamenti intervengono sulla questione dell'identificazione del giocatore mediante una tessera, per evitare il gioco minorile e il riciclaggio di denaro. Baroni (M5S) chiede che «ogni apparecchio elettronico che consenta la partecipazione ai giochi pubblici sia dotato di un sistema automatico di rilevamento dell'età anagrafica del giocatore, con automatica disabilitazione in caso di minore età» e sia dotato «di un sistema di registrazione dati che specifichi il numero delle giocate, l'importo inserito e scommesso, l'importo della vincita e l'importo restituito». Barbanti (PD) chiede che l'accesso agli apparecchi da gioco sia «autorizzato esclusivamente mediante l'utilizzo della tessera sanitaria», che registri «i dati anagrafici dei giocatori» con l'obiettivo di «escludere i minori» e di «rilevare comportamenti di gioco compulsivo». I dati registrati saranno poi «trasmessi alla Società generale d'informatica (SOGEI) Spa, che ha l'obbligo di segnalarli alle autorità e ai Ministeri competenti per lo svolgimento di opportuni accertamenti ai fini della tutela della salute dai danni derivanti dalle ludopatie e della prevenzione di infiltrazioni criminali e del riciclaggio di denaro».

GIOCO ONLINE - Alcune proposte di modifica riguardano il gioco online: Mantero (M5S) propone una moratoria di 5 anni «sull'introduzione di nuovi apparecchi e piattaforme online per il gioco». Paglia (SI) chiede di incrementare di cinque punti percentuali il prelievo fiscale sul gioco online. Il presidente della Commissione Finanze della Camera Maurizio Bernardo (AP) propone che, «a partire dal 1° settembre 2017, gli istituti di credito effettuino, in qualità di sostituti di imposta, una ritenuta alla fonte pari al 20% su tutte le somme accreditate sui conti-gioco intestati ai loro clienti derivanti da vincite realizzate su piattaforme, provider o casinò on line che non posseggono licenza italiana» e che «le vincite realizzate dal giocatore titolare di conto corrente o postale in Italia su piattaforme, provider o casinò online che non posseggono licenza italiana, non dovranno essere indicati in dichiarazione».

POKER LIVE - Il deputato Ignazio Abrignani (SC) chiede di abrogare la legge comunitaria del 2008 che disciplinava il poker live.

STOP A SLOT NEI BAR - Il deputato Sergio Boccadutri (PD) propone - come il collega di partito Parrini - che, «a decorrere dal 1° gennaio 2018», le slot non possano «essere installate in punti vendita diversi da bar e rivendite di generi di monopolio la cui attività principale sia diversa da quella dei gioco».

PIÙ POTERI AI SINDACI - Marcon (SI) vuole concedere maggiori poteri ai sindaci in materia di apertura delle sale e orari di esercizio: nel suo emendamento propone che «l'esercizio delle sale da gioco e il gioco lecito nei locali aperti al pubblico siano soggetti all'autorizzazione del sindaco del Comune territorialmente competente, concessa per cinque anni rinnovabili». Inoltre è vietata l'installazione degli apparecchi «in locali posti a una distanza inferiore a 500 metri, misurati per la distanza pedonale più breve», dai luoghi sensibili e «l'orario in cui è consentito il gioco d'azzardo non può eccedere le otto ore giornaliere», ma «con ordinanza del sindaco possono essere definiti limiti più restrittivi e specifiche fasce orarie per ciascun tipo di esercizio». (fine) MSC/Agipro

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