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Attualità e Politica

04/06/2020 | 12:15

Esclusiva – Giorgia Meloni (Fdi) “Il dl rilancio non rilancia nulla: serviva un provvedimento snello ed efficace per dare soldi a imprese e famiglie. Con la chiusura del gioco regolarizzato, temo l'impennata dell'illegale”

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ROMA - «Il dl rilancio? Serviva un decreto snello con pochissimi articoli per far arrivare subito soldi a famiglie e imprese. Conte ci ha presentato 500 pagine che non servono a rilanciare l’Italia. A pagare il prezzo più alto sono le piccole e medie imprese. Lo Stato avrebbe dovuto sostenerle con tutte le sue forze. Invece le ha strozzate con il cappio della burocrazia, dei mutui e delle tasse da pagare. Il gioco legale chiuso? Temo l'aumento di quello illegale, ricco business delle criminalità organizzate». Giorgia Meloni, presidente e leader di Fratelli d’Italia che, secondo il recentissimo sondaggio Winpool per Il Sole 24Ore, ha superato il M5s, ora al 14,4%, attestandosi al 15,9% e diventando il terzo partito del Paese dietro a Lega (27,5) e Pd (22,) parla - in esclusiva per Agipronews - del momento del Paese e delle esigenze di rilancio, criticando aspramente le mosse del governo giallorosso. E non manca di esprimere la sua preoccupazione per il riflesso che il drammatico 'gaming lockdown', il perdurare della chiusura totale del mercato del gioco legale, può aver determinato nel Paese.

Onorevole Meloni, siamo nella delicata fase di rilancio dell'economia del Paese e lei non ha certo risparmiato critiche al decreto rilancio del governo Conte.

«È un provvedimento che non rilancia assolutamente nulla. È un decreto di 266 articoli pieno di marchette, bonus del tutto inutili come quello bici/monopattino, consulenze d’oro e norme che servono solo a moltiplicare le poltrone e consolidare il potere del governo. Abbiamo autorizzato uno scostamento di bilancio di 55 miliardi di euro, peraltro nuovo debito che pagheranno i nostri figli, ma il governo ha deciso di spendere malissimo queste risorse. All’Italia serve ben altro: bisogna mettere in sicurezza le aziende che rischiano di chiudere per sempre, assicurare loro liquidità a fondo perduto, cancellare le tasse per tutto il periodo nel quale le imprese non hanno fatturato, investire sulla crescita economica perché senza ripresa non ci sarà nessuna ricchezza da redistribuire, impostare uno shock fiscale per aiutare famiglie e imprese e immaginare un massiccio piano di investimenti».

La Fase 2, soprattutto in merito alle riaperture, ha prodotto due pesi e due misure, i piccoli e medi imprenditori rischiano di pagare un dazio altissimo.

«Fratelli d'Italia ha denunciato immediatamente il rischio desertificazione del sistema economico e produttivo. Non abbiamo condiviso la logica delle riaperture per settori e in base al codice Ateco perché è una scelta che condanna a morte intere filiere produttive. Noi avevamo chiesto un'altra cosa: stabilire i protocolli di sicurezza e far riaprire subito chi poteva rispettare quei protocolli. Non ci hanno dato retta, il Governo ha voluto fare tutto da solo e se non ci fosse stata la spinta determinante delle Regioni ci saremmo trovati negozi chiusi e regole inapplicabili. L'Esecutivo si è circondato di un esercito di task force ed esperti ma ha accumulato un ritardo spaventoso e scandaloso e non ha dato agli imprenditori e ai commercianti il tempo di organizzarsi. In questo caos, ovviamente, sono le piccole e medie imprese le realtà che pagano il prezzo più alto e che hanno meno strumenti per fronteggiare l'emergenza. Lo Stato avrebbe dovuto sostenere con tutte le sue forze questo tessuto. Invece lo ha strozzato con il cappio della burocrazia, dei mutui e delle tasse da pagare». 

Tra i vari settori quello del gaming appare uno di quelli più penalizzati nonostante l’indotto di entrate per lo Stato e per i posti di lavoro che genera e che ora sono a rischio. Ritiene che questo consolidato blocco al gioco legalizzato possa rischiare di dare il via libera alla criminalità all’interno del settore?

«Anche se è ancora presto per verificare il cambiamento delle abitudini dei giocatori, sono reali i timori di un possibile aumento del gioco d'azzardo illegale, soprattutto online, a fronte della chiusura totale di quello legale. Infatti, in questa fase di lockdown, il gioco d’azzardo online illegale nasconde numerosi pericoli e sono spesso coinvolti gli interessi della criminalità organizzata. Si tratta di siti che nascondono molte insidie: non c'è un filtro per l’accesso dei minori, non è garantita la sicurezza dei propri dati personali e finanziari e non viene rispettato il cosiddetto payout, ovvero la percentuale di vincite fissata per legge. C’è un altro pericolo: la crisi economica, aggravata dall’emergenza coronavirus e dal lockdown potrebbe spingere sempre più persone a rifugiarsi nel gioco illegale nell’illusione di una vincita facile e per scappare dai problemi. Bisogna scongiurare questo pericolo promuovendo, anche in questo periodo, campagne di informazione e sensibilizzazione sul gioco d’azzardo patologico».

GB/Agipro

 

 

 

 

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