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Attualità e Politica

11/02/2020 | 18:43

Smantellato il clan Nicitra, l'ordinanza: totem, slot fuorilegge e i siti maltesi nel business del gruppo criminale

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ROMA - Nelle sale giochi controllate da Salvatore Nicitra il canale illegale, fatto di Totem e di giochi virtuali, viaggiava sempre in parallelo agli apparecchi regolari. Lo si desume dall'ordinanza, che Agipronews ha potuto visionare, relativa all'operazione che ha smantellato l'organizzazione del potente boss, ex banda della Magliana, rivolta al settore slot, scommesse e giochi online. In particolare, l'organizzazione era dedita alla fornitura di apparecchiature per i virtual, che consentono alla clientela di giocare sia su siti “.com” gestiti da società con sede all'estero, sia su siti “pirata” del tipo “intranet” gestiti da soggetti in proprio, entrambi vietati e anche inibiti dai Monopoli. I siti pirata, si legge nell'ordinanza, sono «gestiti dall'organizzazione in proprio come se fosse un banco di gioco (…) per i quali l'accettazione del denaro per le giocate avviene “in nero”, e del pari in contante avviene il pagamento dell'eventuale vincita».

Memore dei suoi trascorsi nel gioco d'azzardo pre-legalizzazione, quando era referente del boss della Magliana De Pedis su Primavalle, Nicitra aveva anche reintrodotto il lotto clandestino. In fase decisionale, alle perplessità di alcuni suoi uomini, proiettati verso tipologie più moderne, il boss aveva risposto di «voler ritornare al passato, ma con mezzi moderni, creando delle piattaforme illegali per la gestione delle scommesse». Aggiungendo: «Se si possono guadagnare un quintale di soldi (…) Si ritorna alla vecchia maniera». Significativa la risposta aun o dei suoi uomini che gli faceva presente la difficoltà di pubblicizzare un prodotto illecito: «Ma lo pubblicizzi dentro le sale mica lo vuoi pubblicizzare fuori». Dopo alcuni giorni dal summit, Nicitra reintrodusse in effetti il lotto clandestino, all'inizio del 2015. Negli stessi giorni venne proposto anche a gestori di sale giochi, bar e altre attività di Roma Nord. Le intercettazioni consentono anche di definire la percentuale proposta agli esercenti: 10% sulle giocate.

Nell'ordinanza sono elencati 11 tra sale ed esercizi pubblici nei quali si giocava clandestinamente al lotto. Si tratta di quelli individuati con certezza, ma la rete era molto più ampia.

Dalle indagini effettuate, risulta chiara la forza intimidatrice dell'organizzazione, capace di imporre a numerosi esercizi le slot distribuite e fornite dalle società Jackpot 2008 (facente capo a Salvatore Nicitra), Euro Games (Francesco Inguanta) e A&C Imperial Games (Angelo Bocchi). L'ordinanza indica sei attività, ma avverte di aver chiesto ai Monopoli un elenco dei siti commerciali forniti dalle citate società e che la risposta di Adm certifica «un numero ben superiore di esercizi commerciali coinvolti rispetto a quelli individuati attraverso l'attività tecnica». 

La forza intimidatoria di Nicitra emerge chiaramente nelle modalità con cui erano scelte le attività nelle quali venivano installati gli apparecchi del gruppo. Di ognuna si valutava il potenziale introito settimanale, poi si procedeva all'acquisizione attraverso la cosiddetta “buona entrata” elargita all'esercente. Nel caso di reticenza, si passava a metodi di persuasione più “energici”. Quasi mai si arrivava alla violenza esplicita, perché gli interlocutori venivano convinti dalla “buona entrata” e dal carisma criminale di Nicitra.

Il vuoto lasciato da BetuniQ faceva gola al boss - Dai riscontri dei Carabinieri risulta come l'organizzazione Nicitra abbia concesso a numerosi esercizi pubblici di Roma Nord-Est dispositivi elettronici alterati attraverso l'introduzione di una “doppia scheda” che, mediante una combinazione di tasti o modifiche al software consente l'accesso a giochi illeciti. Diffusi sul mercato anche i Totem, che consentono di raccogliere gioco a distanza in sedi diverse da quelle autorizzate. 

A proposito di giochi online, ricorre più volte nell'ordinanza il riferimento a Malta. Espone al riguardo il Pm: «Altra iniziativa imprenditoriale illecita promossa dall'organizzazione capeggiata dal Nicitra è quella della commercializzazione sul territorio italiano di un sito di scommesse maltese denominato Potterbet». Tale iniziativa è «per lo più intrapresa da Inguanta Rosario, figlio di Francesco e nipote di Nicitra Salvatore, sotto l'egida di quest'ultimo». L'interesse del gruppo per la rete dei “.com” stranieri è palpabile. Nell'indagine si accenna anche alla trattativa per l'affiliazione al sito Leaderbet, anch'esso facente capo a Malta. Unica preoccupazione è il controllo delle forze dell'ordine. In un'intercettazione uno degli arrestati, Marco Peretti, accenna all'operazione effettuata poco tempo prima (nel luglio 2015, ndr) sulla rete BetuniQ dalla Procura Antimafia di Reggio Calabria. Nicitra però non è preoccupato, anzi «si mostra interessato a sfruttare la contingente situazione “di vuoto” venutasi a creare con il sequestro delle sale con marchio BetuniQ, afferma “...comunque ci sarebbe da sfrutta' sta situazione a levà tutti i posti a BetuniQ”».
MF/Agipro

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