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Attualità e Politica

03/06/2019 | 13:00

Operazione "Scommessa", Cassazione conferma domiciliari per uno degli indagati

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ROMA - I gravi indizi di colpevolezza confermano la legittimità delle misure cautelari nei confronti di Fabrizio Gerolla, imprenditore del settore giochi coinvolto nell'inchiesta "Scommessa" della Procura Antimafia di Bari. La Corte di Cassazione ha confermato l'ordinanza emessa dal tribunale barese a inizio anno, con la quale erano stati stati disposti gli arresti domiciliari per l'indagato. Gerolla era stato accusato di associazione a delinquere «finalizzata all'esercizio abusivo del gioco delle scommesse sul territorio nazionale e internazionale e al riciclaggio, auto riciclaggio e successivo reimpiego degli ingenti capitali raccolti». Secondo le accuse, con il contributo della famiglia Martiradonna, era stata messa in piedi una "multinazionale" delle scommesse che avrebbe movimentato oltre 1 miliardo di euro, soldi sottratti al fisco italiano partendo da Malta e arrivando a Curaçao, alle Isole Vergini e alle Seychelles. Il Tribunale di Bari, scrive la Cassazione, ha «dettagliatamente ed esaustivamente esposto le emergenze indiziarie a carico dell'indagato», evidenziando «la sussistenza del concreto e attuale pericolo di reiterazione». Gerolla è ritenuto il «promotore» dell'associazione a delinquere; in particolare, gli indizi di colpevolezza «risultano corroborati dalle dichiarazioni rese dai coindagati Francesco Martiradonna e Antonio Buontempo», che hanno indicato Gerolla come master della Centurionbet (il bookmaker maltese al centro delle operazioni fuorilegge, ndr) e nel riconoscere che nel sistema di raccolta delle giocate da parte della Centurionbet si faceva ricorso al cobanco e al fido alle agenzie nonché all'utilizzo dei contanti per il pagamento delle vincite». È stato inoltre confermato «l'attivismo del Gerolla nel settore della raccolta delle scommesse» anche a pochi giorni dall'esecuzione della misura cautelare; dalle conversazioni intercettate è emerso che l'indagato faceva «esplicito riferimento a modalità di raccolta del gioco non consentite» continuando «a cercare skin per l'avvio di un progetto imprenditoriale con i suoi interlocutori».
La Cassazione ha confermato infine anche gli arresti domiciliari per Alessandro Di Bello, ritenuto uno dei "master" dell'organizzazione, ovvero la persona che aveva il compito di gestire la raccolta delle scommesse anche «tramite la pratica del cobanco» e «svolgendo di fatto una vera e propria attività di intermediazione delle somme raccolte». LL/Agipro

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