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Attualità e Politica

22/05/2023 | 18:46

Giochi a Rho, As.Tro risponde al Corriere della Sera: “Rappresentazione fuorviante dei dati su raccolta e spesa”

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Giochi a Rho As.Tro risponde al Corriere della Sera: “Rappresentazione fuorviante dei dati su raccolta e spesa”

ROMA - Nella prevenzione della dipendenza da gioco, non giova “a un serio approccio del problema una rappresentazione dei dati economici” sul territorio comunale di Rho che “appare del tutto fuorviante”. Lo scrive Massimiliano Pucci, presidente di As.Tro in una lettera inviata al Corriere della Sera in risposta all'articolo “Rho capitale del gioco d’azzardo ma ecco il patto anti slot – machine”. “Riprendendo, infatti, gli ultimi dati (suddivisi per ciascun comune) disponibili sul sito di Adm e relativi al 2019 – aggiunge -, essi riportano, per il comune di Rho, una raccolta complessiva (riguardante tutte le tipologie di gioco fisico e quindi non solo le slot) pari a 78 milioni di euro e non 110 milioni, come invece riportato nell’articolo”. Per quanto riguarda la Spesa, ovvero la differenza tra la raccolta e le vincite, Pucci afferma che ammonta a “19 milioni di euro”. Una raccolta che, “suddividendola per il numero di abitanti, ammonta a 380 euro pro capite annui (1,04 euro al giorno, meno del costo di un caffè, per tutte le tipologie di gioco terrestre). Continuando con l'analisi dei dati, viene precisato che ad Assotrattenimento non risulta “che l’Istituto Superiore di Sanità abbia diffuso dati, scorporati per ciascun comune, dai quali sarebbe possibile evincere che nel Comune di Rho ci siano 19.600 giocatori, di cui 590 affetti da dipendenza e altri 560 a rischio, 1300 giocatori under 18 di cui una “quarantina” affetti da dipendenza”.

“Apprezziamo molto le iniziative finalizzate alla promozione del gioco positivo e dell’aggregazione
responsabile – ci tiene a precisare il numero uno di As.Tro -, come pure riconosciamo l’indiscutibile opportunità di qualsiasi iniziativa finalizzata alla prevenzione della dipendenza da gioco”. 

Pucci afferma che “la nobile ambizione di costruire una comunità che salvaguardi una crescita sana e serena dei giovani (invocata nella dichiarazione riportata nell’articolo) non potrà, a nostro sommesso avviso, realizzarsi pienamente se circoscritta nel solo intento di eliminare le slot legali” trascurando “gli altri   fenomeni che stanno attentando alla salute e alla serenità delle nuove generazioni”.  “Non si tratta di fare del 'benaltrismo' ma, semplicemente, di auspicare, con spirito costruttivo, l’ingresso, nel dibattito pubblico, anche di questi temi ulteriori, dal quale risultano, al momento, del tutto assenti – conclude Pucci -. Si tratta, in altri termini, di un invito alla politica, agli organi di informazione e all’associazionismo ad analizzare la realtà giovanile nel suo complesso, affrontando i problemi derivanti da questi ulteriori e pericolosi fenomeni, con   la   stessa   enfasi   ed   energia   (legittimamente)   dedicate   ai problemi correlati al gioco, con i quali, peraltro, spesso si intrecciano in un reciproco rapporto di causa-effetto”.

RED/Agipro

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