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Attualità e Politica

07/06/2021 | 09:55

L’intervista esclusiva a Marcello Minenna (Dg Adm): “Tessera sanitaria per giocare non efficace, meglio il controllo degli ingressi nelle sale”

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intervista esclusiva Marcello Minenna Dg Adm Tessera sanitaria controllo sale

Nei mesi scorsi, ha espresso una posizione critica per la tessera sanitaria come strumento di controllo nell’accesso agli apparecchi Vlt. Qual è la soluzione alternativa, considerando anche che i luoghi specializzati sono già interdetti ai minorenni?

L'obbligo di utilizzo della tessera sanitaria per l'accesso alle sale gioco è totalmente inutile anche perché allo stato attuale l'Adm non può in alcun modo memorizzare i dati di accesso dei soggetti fruitori. Si tratta, inoltre, di un provvedimento facilmente superabile soprattutto online, il cui volume di crescita è stimato in 50 miliardi di euro. Per questo riteniamo urgente aumentare i controlli e le verifiche sulla regolarità contributiva e fiscale dell’esercente del gioco. La tessera sanitaria, così come previsto oggi, rischierebbe di rappresentare uno specchietto per le allodole andando addirittura a favorire, vista l'impossibilità di un reale controllo dei dati, il gioco illegale, il riciclaggio e quindi la malavita organizzata. E’ stata fatta una proposta normativa – per aumentare il controllo sul divieto di accesso dei minori - che aggiunge anche la possibilità di verificare la maggiore età del giocatore tramite il controllo dei documenti personali di riconoscimento in corso di validità della persona che intende giocare. L’esercente/gestore diventa sanzionabile (fino a 15mila euro) nel caso di elusa o errata verifica, quindi sanzionabile sia per colpa che per dolo. Come ipotesi di studio abbiamo valutato anche “La tessera del giocatore” che però sembra avere le stesse problematiche della gestione dei dati - per la privacy - che ha la tessera sanitaria e un sistema di “one time Password” ma, in entrambi i casi, si tratta di soluzioni di non immediata applicabilità.

Adm ha siglato un accordo con la Guardia di Finanza per la chiusura dei punti gioco per coloro che non hanno pagato l’imposta unica. Come procederete e in che tempi?

La legge prevede effettivamente la chiusura dei punti vendita nei quali si offrono scommesse se il gestore è debitore dell’imposta unica in base a sentenza anche non definitiva la cui esecutività non sia sospesa. Per la gestione di tale attività, Adm ha siglato un protocollo d’intesa per la collaborazione con la GdF. Gli Uffici stanno operando per individuare i soggetti da trasmettere ai Reparti territoriali della GdF. Va da sé che la situazione che vede anche tali soggetti debitori di imposta non più operativi da molti mesi, comporterà, alla riapertura delle reti fisiche un aggiornamento delle situazioni per procedere rapidamente nel senso imposto dalla norma.

In che tempi avverrà l’intervento?

Il secondo semestre 2021 comporterà per Adm la conclusione dell’attività di trasmissione degli elenchi dei soggetti inadempienti. Giornalmente viene effettuato il monitoraggio per verificare eventuali raccolte di gioco connesse alle scommesse, ai concorsi pronostici e agli apparecchi da intrattenimento.

Su quali altri fonti si muoverà Adm?

Verifichiamo e combattiamo una illegalità molto importante: quella dell’intermediazione delle giocate che crea non solo criticità per il controllo di flussi economici ma può essere lesiva nei confronti dei giocatori che, in buona fede, effettuano scommesse su conti di gioco che non sono i propri. In quest’ultima ottica, immaginate cosa succederebbe nel caso di una giocata intermediata all’EuroJackpot che si rivelasse vincente per molti milioni di euro. Chiaramente il conto di gioco dove verrebbe accreditata la vincita sarebbe quello dell’intermediario e non del giocatore effettivo. Il tema dell’intermediazione è stato affrontato anche dai media: tuttavia anche recenti servizi televisivi fanno intendere come la costante opera di controlli effettuata da Adm e dalle Forze di Polizia stia creando serie difficoltà a chi opera in tale modo irregolare. Sia dai servizi televisivi che da nostre attività di controllo, abbiamo visto che addirittura le giocate vengono realizzate dentro civili abitazioni e poi consegnate ai giocatori da un “galoppino”. Il giro d’affari dell’illegalità è ipotizzabile: la fonte autorevole del procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, ha stimato il giro d'affari in circa 20 miliardi l’anno, che equivalgono ad una perdita di oltre 4 miliardi di euro per il fisco italiano. Il nostro controllo si realizza anche attraverso il Copregi, il Comitato per il contrasto al gioco illegale, presieduto da Adm e al quale partecipano le forze di polizia: Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato.

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