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Ippica & equitazione

01/03/2019 | 19:16

Capannelle, il nodo del Regolamento: da Hippogroup e Roma Capitale verità opposte

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capannelle hippogroup ippodromo diario

ROMA - Tra i tanti motivi di attrito nella lunga querelle tra Hippogroup e Roma Capitale sul destino dell'Ippodromo delle Capannelle c'è anche il Regolamento per gli Impianti Sportivi, entrato in vigore nel marzo 2018. Un provvedimento sul quale il giudizio del concessionario uscente è durissimo: «Finirà per consegnare, nella migliore delle ipotesi, l’intero settore sportivo romano alle anonime catene in franchising, cancellando decenni di storia e di impegno sul territorio», recita la nota della società pubblicata oggi, la stessa che annuncia la volontà di restituire definitivamente l'ippodromo all'Amministrazione. Il regolamento in tutta questa vicenda riveste un ruolo molto importante, perché nell'articolo 22 tocca proprio il nodo Capannelle. In breve, si dice che se un concessionario realizza dei lavori sulla struttura, può fare istanza per ottenere la rideterminazione della concessione. L'istanza deve essere corredata da un piano economico finanziario, in base al quale l'Amministrazione può decidere di allungare i tempi della concessione. Se l'istanza viene accolta, al concessionario, fino a un nuovo bando di gara per l'assegnazione della struttura, «si applica il canone previsto dal contratto di concessione scaduto debitamente rivalutato».

Su questo punto, Hippogroup e Roma Capitale dicono però cose sostanzialmente diverse. «Hippogroup – ha detto qualche giorno fa il presidente del Dipartimento Sport Angelo Diario - ha realizzato dei lavori che le danno il diritto di presentare un piano economico finanziario funzionale al riequilibrio del rapporto concessorio».  Se dunque, vuole un «riconoscimento di ciò che ha investito, lo strumento esiste e avrà 60 giorni di tempo per attivarlo non appena saranno riaperti i termini per la presentazione delle istanze». La nota odierna del concessionario uscente fa però sapere che questa istanza è stata già presentata il 6 agosto scorso «senza ottenere nessuna risposta, nonostante l’assessore avesse prima sollecitato e poi accolto con favore l’istanza».

Una discrepanza che le due parti in causa dovranno chiarire.
MF/Agipro

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