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Ippica & equitazione

06/11/2020 | 23:20

Equitazione e norme Covid, Di Paola (Fise): "Definite le gare di interesse nazionale, gli atleti possono allenarsi e i proprietari spostarsi per accudire i cavalli"

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di paola fise covid concorsi cavalli

ROMA - «Abbiamo chiesto al Coni di qualificare come gare di interesse nazionale tutte quelle riconosciute come tali dai calendari federali. In questo modo, secondo i termini stabiliti dall'ultimo dpcm, i potenziali partecipanti potranno allenarsi nel proprio circolo e raggiungere i luoghi delle competizioni da ogni regione». Lo ha detto il presidente della Fise Marco Di Paola, nel corso di una diretta sui canali Facebook e Youtube di Cavallo Magazine, nella quale si è definito il panorama delle attività equestri permesse o vietate dai recenti provvedimenti governativi in materia di Covid. «Il Coni ha seguito le nostre indicazioni – ha proseguito Di Paola – Ora sta a noi dimostrare di saper gestire la situazione con intelligenza e rispetto delle regole». Gli atleti abilitati a partecipare ai concorsi di interesse nazionale possono quindi continuare nella loro attività, anche nelle zone rosse, vale a dire nelle regioni a più alto rischio. Ma questa possibilità è garantita anche ai proprietari e affidatari di cavalli, come spiega Di Paola: «Questa è una cosa che è stata discussa e definita con le istituzioni nel corso del lockdown della scorsa primavera. Una circolare del 15 maggio scorso dice che chi è proprietario o affidatario di un cavallo ha sempre la possibilità di accudirlo, anche spostandosi da una regione all'altra, a prescindere da zone gialle, arancioni o rosse. Ovviamente nel rispetto dei protocolli federali».

Il presidente Fise ha richiamato il mondo dell'equitazione al buon senso e alla responsabilità: «Conosciamo la gravità della situazione, e dobbiamo comportarci correttamente. Ricordiamo che i concorsi sono permessi solo a condizione che si svolgano a porte chiuse. Quindi se per esempio un evento prevede la partecipazione di duecento cavalli e ogni cavallo è accudito da due persone, dobbiamo evitare che queste persone durante la gara si trasformino in pubblico, provocando assembramenti. Insomma, evitiamo che lo staff si trasformi nella claque». 

MF/Agipro

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