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Ippica & equitazione

09/06/2020 | 14:22

Ripartenza Ippica, Palmieri (Anag): “Torniamo agli enti tecnici, solo così riporteremo la competenza al centro del movimento”

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ROMA - «La cosa più importante era ricominciare, ma credo che lo si potesse fare molto meglio». Paola Palmieri ha una visione sufficientemente ampia del movimento ippico per fare un primo bilancio a due settimane dalla ripartenza. Respira ippica da sempre, sia per vocazione familiare che per attitudine agonistica: negli anni Novanta era amazzone nel trotto, poi è diventata allenatrice di galoppo. Oggi fa parte del Consiglio Anag ed è presidente dell'Associazione Donne Galoppo Sella Trotto, costituita un anno e mezzo fa proprio per contribuire al rilancio del settore.

Cos'è che non è andato come doveva, in questa fase di ripresa delle corse?

«Intanto diciamo che il nostro grave handicap è stato quello di essere accorpati alle attività sportive durante l'emergenza sanitaria. Così, abbiamo seguito il destino delle grandi manifestazioni di sport, considerate ad alto rischio assembramento e destinate così a ripartire tardi. Poi il settore si è fatto sentire con una certa decisione e il ministro Speranza ha deciso per la ripartenza». 

Come giudica la composizione dei calendari?

«Eravamo davanti a un'alternativa: correre di meno, con premi più alti, oppure fare più corse e distribuire i premi a più largo raggio. Per me la seconda strada era più giusta, per dare la possibilità a chi lavora in questo settore di riprendere un po' fiato. Anche perché comunque arriveranno due mesi di stop, in cui le entrate saranno a zero».

Invece alcune corse sono state tagliate.

«Ed è stato un errore grave, che denota un deficit di competenza in chi è oggi chiamato a prendere decisioni sull'ippica. Alcune corse cancellate erano fondamentali per portare in condizione i cavalli in vista di appuntamenti importanti. Il cavallo è un atleta a tutti gli effetti e ha bisogno di seguire una preparazione mirata».

Parlava di competenza: in che modo può tornare centrale nella gestione dell'ippica?

«Il punto di partenza è la necessità assoluta di una riforma. E per fare una riforma sensata bisogna ascoltare i professionisti del settore, cosa che purtroppo non avviene. Le persone competenti si sono sentite scavalcate. Il risultato è l'attuale situazione di caos».

A proposito di riforma: qualche giorno fa lei ha dichiarato che l'ippica andrebbe riconosciuta come settore agricolo.

«Lo confermo. Al riguardo, c'è una commissione di Confagricoltura che sta lavorando per far riconoscere il cavallo come prodotto totalmente agricolo. Da questo status deriverebbero vantaggi considerevoli: per esempio, l'Iva dal 22% scenderebbe a un'aliquota molto più leggera, e questo agevolerebbe le compravendite. Anche i contributi degli addetti sarebbero più bassi, cosa che potrebbe far emergere il lavoro nero». 

Quindi sbaglia chi sostiene che la soluzione possa essere l'avvicinamento dell'ippica al mondo dello sport?

«A mio avviso sì, anche perché dubito che il Coni abbia grande interesse per l'ippica. Vanno invece ripristinati gli enti tecnici, nella funzione che anni fa svolgevano l'Encat per il trotto, il Jockey Club per il galoppo e lo Steeple Chases D'Italia per gli ostacoli. Per quanto i dirigenti ministeriali si possano impegnare, non saranno mai sufficientemente tecnici per affrontare le problematiche reali del settore. Quando esistevano gli enti tecnici, i problemi venivano sempre risolti, perché ci si confrontava con persone che conoscevano profondamente il settore». 

Chiudiamo con un bilancio del suo impegno con l'Associazione Donne Galoppo Sella Trotto, a un anno e mezzo dalla nascita.

«Direi che le cose vanno molto bene, è un'associazione molto democratica. Abbiamo una chat in cui chiuque può proporre idee, poi se piacciono si va avanti altrimenti si passa ad altro. Trotto, galoppo e sella sono entità differenti e all'inizio è stato un po' complicato farle convivere. Poi le componenti si sono avvicinate e i risultati sono molto positivi. Peraltro una nostra iscritta, Isabella Ceriani, che ha allevato un autentico campione come Mago d'Amore, si presenta alla vicepresidenza dell'Anact, l'associazione allevatori del trotto. E noi, ovviamente, faremo del tutto per sostenerla».

MF/Agipro

 

 

 

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