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Lotto

30/10/2003 | 12:18

LOTTO: CHIUSA INDAGINE SU ESTRAZIONI TRUCCATE

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lotto chiusa indagine su estrazioni truccate

(s.b.) Le indagini nei confronti delle 54 persone che erano riuscite a truffare il Lotto, vincendo sulla ruota di Milano grazie al trucco delle palline lucide, sono da poco terminate. Il sostituto procuratore del Tribunale di Monza Walter Mapelli ha infatti chiuso le indagini nel confronti di questi 54 “fortunati”, tra i quali c’è anche un maresciallo della Guardia di Finanza, accusato di concussione per aver costretto l’ideatore del sistema delle palline lucide a rivelare i numeri che sarebbero poi stati estratti sulla ruota di Milano.
Sequestro di beni per oltre 190 miliardi delle vecchie lire ed 87 condanne: questo è stato il primo bilancio dell’inchiesta “Dea Bendata” che nel 1999 è stata avviata dalla Procura della Repubblica di Monza per indagare sulla truffa del Lotto ai danni dello Stato. Secondo gli accertamenti, eseguiti attraverso la Lottomatica, la società che gestisce il gioco del Lotto, con il trucco delle palline lucide dal 1992 al 1998 sarebbero stati vinti 175 miliardi di lire. Per accertare la cifra il Pm monzese Walter Mapelli aveva trasmesso alla Lottomatica tutte le combinazioni sospette delle quali aveva parlato Giuseppe Aliberti, ideatore della truffa e "pentito" dell’inchiesta. La Lottomatica individuò, allora, le vincite ottenute con quelle combinazioni in tutta Italia e presentò il conto.
La maxi truffa generò anche non poche lamentale da parte di associazioni come il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la tutela dell’ambiente e dei diritti degli utenti e consumatori) che aveva richiesto al giudice dell’udienza preliminare di essere ammesso quale parte civile nel processo pendente nei confronti dei soggetti coinvolti nella vicenda delle estrazioni pilotate del Lotto. Secondo il Codacons, infatti, i giocatori in grado di dimostrare di avere effettuato una puntata sulla ruota di Milano nel periodo in contestazione, dovevano avere il diritto ad ottenere dei responsabili della truffa il rimborso del costo della giocata nonché un equo risarcimento per il danno morale e la perdita delle chance di vincita.
Con la truffa del Lotto truccato, inoltre, organizzazioni criminali del foggiano recuperavano denaro che reinvestivano in traffici di eroina, cocaina e marijuana. Le indagini hanno portato all’arresto, in provincia di Foggia, di 19 persone accusate di aver fatto parte di due associazioni per delinquere finalizzate a omicidi, tentativi di omicidio, traffici di droga ed estorsioni.
Ma la truffa non è una novità assoluta. In un vecchio documento conservato negli Archivi di Stato di Torino e Palermo, infatti, il delegato della Sicilia, nel sottolineare l'"efficienza" della polizia borbonica, segnalava la scoperta di una truffa del Lotto messa in atto grazie alla complicità di un impiegato regio di Palermo e del titolare del botteghino Lotto di Porta Termini, che avrebbe fruttato agli organizzatori la bella somma di circa 10 mila ducati in tre anni. I particolari della truffa sono raccontati in una lettera inviata a Torino il 20 settembre 1858 dal Luogotenente Generale della Sicilia, Principe di Castelcicala, al Ministro per gli Affari di Sicilia, Don Giovanni Cassisi. Nella missiva si ricostruisce come gli impiegati infedeli del "Regio Lotto" siano riusciti a frodare l'erario utilizzando due metodi. Il primo consisteva nel consegnare ai loro compari alcune ricevute in bianco, su cui venivano successivamente trascritti i numeri estratti. I continui controlli resero però più difficile ed estremamente rischiosa la riscossione della vincita. Gli organizzatori della truffa ripiegarono allora su un sistema più artigianale: venivano giocati numeri singoli (ad esempio 2), che dopo le estrazioni diventavano doppi (ad esempio 82, 52, 42 ecc) grazie alla complicità degli impiegati infedeli che modificavano anche le matrici, dividendosi così i guadagni.

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