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SBC News

29/07/2020 | 17:25

Loot boxes, la Commissione per il Mercato interno all'UE: "Allineare le norme per evitare comportamenti problematici e proteggere i consumatori"

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ROMA - La Commissione per il Mercato interno e la protezione dei consumatori ha esortato l'UE ad allineare le norme sulle "loot boxes", i contenuti a pagamento inseriti all’interno dei videogiochi: la raccomandazione segue una ricerca, condotta dalla Commissione, che ha analizzato la progettazione delle "loot boxes", le dinamiche di coinvolgimento degli utenti e di monetizzazione, osservandone «i loro effetti sui giovani consumatori». Nella sua ricerca, la Commissione ha valutato quattro aspetti chiave delle "loot boxes": l'accesso e i costi per i giocatori, l'effettiva trasparenza della probabilità di ottenere premi, la tipologia di contenuto e il valore dei premi (se sono in denaro o se sono relativi al gioco).

Secondo la Commissione, come si legge su Sbc news, le agenzie di regolamentazione dei singoli Stati membri devono fare una chiara distinzione tra le "loot boxes" e gli acquisti "in-game". «Esistono già alcune ricerche sugli effetti comportamentali delle "loot boxes, ma è necessario fare di più per fornire risultati precisi. Alcuni studi hanno dimostrato che il gioco problematico e le "loot boxes" sono correlati, ma non vi è un parere univoco su questo tema», ha spiegato la Commissione. Gli intervistati hanno sottolineato che «non tutte le "loot boxes" comportano rischi», ma gli esperti hanno evidenziato alcuni aspetti problematici nella progettazione dei "bottini", che potrebbero avere effetti negativi, sia psicologici che finanziari, sui giocatori. La preoccupazione più grande è l'impatto delle "loot boxes" sul comportamento dei bambini, che potrebbero «essere potenzialmente più vulnerabili», e sui quali è necessario uno studio più approfondito.

A livello europeo, la ricerca ha ulteriormente evidenziato i problemi strutturali relativi alla governance e al monitoraggio delle norme sulle "loot boxes" e alla violazione delle leggi sul gioco degli Stati membri. «Diverse autorità nazionali hanno ipotizzato che le "loot boxes" potrebbero essere associate al gioco. Con l'eccezione di Belgio, Paesi Bassi e Slovacchia, nessun paese dell'Unione Europea è giunto alla conclusione che le "loot boxes" soddisfino i criteri delle proprie leggi sul gioco», si legge nel rapporto. 

L'Unione Europea non interviene nelle leggi sul gioco dei singoli Stati membri, ritenute di «competenza nazionale»: un intervento legislativo per le "loot boxes" potrebbe provocare attriti con il mercato europeo dei videogiochi. Nonostante la situazione legislativa sia complessa, la Commissione per il Mercato interno ha raccomandato ai responsabili politici dell'UE di concentrare la loro attenzione sullo sviluppo delle norme relative alle "loot boxes" per salvaguardare la protezione dei consumatori. «In quest'ultimo ambito, l'Unione Europea ha la possibilità di agire con una vasta gamma di mezzi, che vanno dalle raccomandazioni non vincolanti alla legislazione obbligatoria».

SBC/Agipro

 

 

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