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Ultimo aggiornamento il 06/12/2025 alle ore 20:45

Calcio

28/11/2025 | 14:00

Mondiali 2026, chi parte favorito: analisi delle big e delle outsider in vista del torneo

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Mondiali 2026 chi parte favorito: analisi delle big e delle outsider in vista del torneo

ROMA - Il conto alla rovescia per il Mondiale 2026 è ufficialmente iniziato. La prossima Coppa del Mondo, la prima con 48 partecipanti, si giocherà dall’11 giugno al 19 luglio 2026 negli Stati Uniti, in Canada e in Messico: un’edizione destinata a segnare una svolta storica per formato, ampiezz

E così, mentre le qualificazioni volgono al termine e il quadro delle partecipanti si avvicina alla definizione, i bookmaker iniziano a delineare le gerarchie tecniche del torneo. Come sempre accade in un Mondiale, i valori sulla carta contano, ma a fare la differenza saranno condizione fisica, incastri di tabellone, fortuna e capacità di gestione della pressione.

In attesa del sorteggio ufficiale e con molte incognite ancora da chiarire, ecco le squadre che, ad oggi, partono davanti a tutte nelle analisi dei quotisti.

Favorite e possibili outsider dei bookmaker

I grandi tornei non si vincono solo con la qualità: servono profondità di rosa, continuità, equilibrio e capacità di resistere allo stress. Ecco le 5 nazionali che secondo i siti scommesse rappresentano il gruppo d’élite più accreditato alla vigilia.

Spagna

La Roja è considerata da molti la squadra più completa del panorama attuale. La nuova generazione è tecnica, fresca, coraggiosa e ha riportato entusiasmo e continuità dopo un decennio di transizione. La Spagna unisce qualità diffusa, identità chiara e una fiducia crescente, tanto da presentarsi come la favorita assoluta.

Francia

Talento e profondità di rosa ormai non soprendono più: la Francia resta sempre una corazzata, capace di cambiare volto con un ricambio generazionale che sembra inesauribile. Nonostante qualche fisiologico passaggio d’epoca, la nazionale transalpina ha tutto per arrivare fino in fondo, a patto di saper mantenere l’equilibrio dello spogliatoio, spesso determinante nelle grandi competizioni.

Brasile

Cinque volte campione del mondo, qualità purissima e un talento offensivo che non manca mai. Il Brasile arriva al 2026 con l’obiettivo di rompere un digiuno che dura dal 2002, forte di una rosa giovane, brillante e molto più europea rispetto al passato. Ma c’è un dato che rende ancora più interessante la Seleção: il nuovo allenatore Carlo Ancelotti. Il leggendario allenatore italiano si è appena insediato sulla panchina verde­oro e se saprà trasmettere la propria leadership alle grandi individualità dei verdeoro, allora potremmo rivalutare davvero il Brasile tra le nazionali favorite di nuova generazione.

Argentina

I campioni in carica non possono essere esclusi dalla lista delle favorite. Identità fortissima, mentalità vincente e qualità in tutti i reparti: l’Albiceleste resterà competitiva, anche nel post-Lionel Messi. Ma proprio qui sta la sfida: trovare un nuovo leader tecnico e carismatico dopo Messi è diventato l’elemento chiave per mantenere il livello altissimo. 

Germania

Dopo anni complessi, la Germania è tornata a mostrare segnali di solidità e rinnovamento. La generazione dei Jamal Musiala, Florian Wirtz e Kai Havertz promette scintille, mentre l’esperienza dei veterani garantisce equilibrio. Giocare l’Europeo casalingo ha accelerato la ricostruzione tecnica e psicologica del gruppo.

Possibili outsider

Ogni Mondiale ha le sue sorprese, figuriamoci in un’edizione a 48 squadre. Secondo i bookmaker, tra le squadre che non partono favorite ma che hanno il potenziale per arrivare in semifinale (o chissà, magari oltre) spiccano almeno quattro nomi.

Inghilterra

Sulla carta, una delle rose più forti al mondo. Giovani fenomeni, profondità enorme e un ciclo stabile. Se non fosse per la tendenza a perdersi in un bicchiere d’acqua proprio sul più bello, troveremmo di certo l’Inghilterra tra le candidate alla vittoria finale. Se arriva la svolta sul piano mentale, possono arrivare ovunque.

Portogallo

Talento tecnico storicamente purissimo e un gruppo finalmente maturo, completo e competitivo. Il Portogallo ha spesso tradito nelle grandi occasioni, ma la rosa attuale è probabilmente la più forte dal 2016. Cristiano Ronaldo ha da poco dichiarato che il prossimo Mondiale sarà l’ultimo della sua strabiliante carriera: l’ultima occasione per mettere in bacheca la Coppa del Mondo. Dopo di lui servirà un nuovo faro tecnico e carismatico, ma chissà che per adesso non possa bastare la sua voglia di mettere le mani sull’unico trofeo che gli manca.

Olanda

La nazionale forse più imprevedibile del panorama internazionale. Difesa solidissima, talento in crescita e tradizione importante. Ma l’incostanza, storicamente, è un problema mai del tutto risolto. Potrebbe benissimo arrivare tra le prime quattro, così come fermarsi agli ottavi.

Uruguay

Energia, aggressività, talento e mentalità. Il nuovo ciclo uruguayano è dinamico, verticale e affamato: una squadra giovane ma già molto matura, trascinata da leader emergenti come Federico Valverde e Darwin Núñez. Non ha la profondità di rosa delle big, ma nessuno vorrà incontrare la Celeste sul proprio cammino.

E l’Italia?

L’Italia non ha ancora staccato il pass per i Mondiali ma, dopo due dolorosissime non partecipazioni consecutive, gli Azzurri di Gattuso sembrano esserci davvero vicini. Dopo aver concluso il girone di qualificazione al secondo posto, dietro l’inarrivabile Norvegia, i nostri dovranno passare dai playoff, con una semifinale in casa contro l’Irlanda del Nord e una possibile finale contro la vincente di Galles–Bosnia ed Erzegovina.

Un percorso insidioso, ma certamente non proibitivo. I bookmaker quotano infatti la vittoria dell’Italia in semifinale a circa 1.25, mentre la qualificazione al Mondiale viene data a 1.90 circa. Se la semifinale è certamente alla portata, anche grazie al fattore campo, l'eventuale finale sarà certamente giocata in trasferta: sarà lì che scopriremo di che pasta siamo fatti e se meriteremo un posto tra le 48 partecipanti.

Al netto delle qualificazioni, ancora tutte da giocare, l’Italia partirebbe sicuramente dietro alle grandi potenze, ma non è questo il punto: dopo due cicli finiti nel vuoto, il vero obiettivo è tornare al Mondiale, ritrovando entusiasmo, appartenenza e serenità. Il gruppo guidato da Gennaro Gattuso, se riuscirà a costruire identità e spirito, potrà puntare a un traguardo chiaro e realistico: superare la fase a gironi e giocarsi gli ottavi con onore. Tutto ciò che arriverà in più sarà guadagnato.

Manca ancora molto al calcio d’inizio, e sarebbe ingenuo pensare che le gerarchie siano già scolpite nella pietra: infortuni, esplosioni improvvise, cali di rendimento e sorteggi possono cambiare tutto da un momento all’altro.

Ma una cosa è certa: per l’Italia, il vero Mondiale comincia prima. Dopo due edizioni passate davanti al televisore, riuscire semplicemente a esserci sarebbe già una vittoria. Solo poi si potrà pensare a scrivere una nuova pagina di storia.

RED/Agipro

Foto Credits: Flickr CC BY 2.0

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