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Slot & Vlt

13/06/2016 | 13:49

Slot, Rusciano (Astro): “Abolire le slot nei locali generalisti: in Norvegia ha creato un’emergenza di gioco”

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Slot Rusciano Astro

ROMA - LE legislazioni “anti slot” che puntano a eliminare gli apparecchi da gioco dai pubblici esercizi rischiano di avere effetti completamente opposti al contrasto delle patologie legate al gioco. E’ quanto sottolinea l’avvocato Isabella Rusciano del Centro Studi Astro. «Dopo la Polonia, la Russia, l’Ungheria, la Repubblica Ceca, e l’Austria, anche la Norvegia annovera il fallimento dell’adottato proibizionismo all’interno dei locali normalmente frequentati dalla popolazione. Il caso della Norvegia è tuttavia emblematico, in quanto a decretare l’erroneità della scelta abolizionista non sono degli osservatori interessati, ma la stessa Autorità locale». Nel 2013 la Norvegia ha deciso di vietare il gioco nei locali generalisti «per concentrarlo esclusivamente su un numero ridotto di videoterminali (le nostre VLT). L’Autorità, infatti, denuncia che a seguito di detta strategia, adottata proprio per abbattere il numero delle persone a rischio – GAP, il fenomeno della dipendenza da gioco patologico è tornato esattamente a quei livelli del 2013 che suggerirono l’opzione abolizionista». Un fenomeno cresciuto soprattutto a causa «del dilagare dell’on line non autorizzato, su piattaforme di gioco non controllabili a cui accede un giovane su due, e percentuali molto elevate della popolazione: più di sessantamila malati di gioco on line costituiscono la metà dei “nuovi affetti da GAP” oggi censiti in Norvegia (122.000)», a questi le stesse autorità aggiungono i potenziali nuovi casi dovuti «all’invasività di internet e alla “irresistibilità” del marketing esercitato dagli operatori del gioco on line (soprattutto non autorizzato)».

«In Italia succede lo stesso nei Territori in cui le normative restrittive sono state introdotte (all’installazione e all’operatività degli apparecchi legali), prime tra tutte Alto Adige, Liguria, Lombardia, ma in luogo “di evidenziare” l’errore, la politica già artefice delle limitazioni rivendica la bontà delle scelte localmente assunte, evidenziando che solo la “nazionalizzazione” delle loro misure (e quindi l’abolizionismo su scala nazionale) potrebbe “attivare” l’efficacia delle restrizioni».

Distanziometri e limiti orari sono ormai diffusi in numerose aree italiane, ma «come è possibile che neppure “un” malato gioco in meno sia stato “evidenziato” e che ogni giorno si “celebri ovunque” l’estensione epidemiologica del GAP?». I numeri sul gioco vengono utilizzati da esponenti politici in maniera diametralmente opposta, ad esempio, rispetto a quelli sull’occupazione. «Chi ha introdotto il jobs act, lo difende citando i numeri dei nuovi assunti a tempo indeterminato - dice ancora Rusciano - e non lamentandosi che “nonostante” il jobs act la disoccupazione non si arresta. Nel gioco, invece, funziona alla rovescia: chi produce costantemente nuovi malati di GAP (impedendo al gioco lecito e controllato di lavorare) afferma che le misure adottare per restringere o espellere il gioco legale sono “buone proprio” per combattere il GAP. Su questo “percorso di logica impervia” si colloca la proposta del sottosegretario al MEF di bandire le new slot da tutti i locali generalisti, per concentrarli solo nelle sale dedicate, ma non nelle attuali, bensì in un futuro numero di ambienti dedicati pari a 2-3 volte gli esistenti (per bilanciare l’eliminazione di un circuito con l’estensione dell’altro), augurandosi altresì che i 18 milioni di persone che non sono mai entrate a contatto con il “gioco professionale e dedicato” affluiscano nei mini-casinò (al fine di mantenere l’utenza di gioco). Logica “complessa”, dal fallimento “statisticamente” prevedibile sotto il profilo della tutela della legalità sul Territorio, e della prevenzione al GAP.

RED/Agipro

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