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10/06/2016 | 13:27

Slot, Scesa (Astro): “Da noleggiatore a imprenditore: se evolvi non soccombi”

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Slot Scesa Astro

ROMA - «La dimensione (e quindi dignità) imprenditoriale di una azienda di gestione è un tema sensibile in Lombardia, dove chi è preposto all’Amministrazione Regionale delle attività produttive definisce in termini di attacca-spine-strozzini di Stato» gli operatori che arginano le infiltrazioni della malavita, garantiscono la sopravvivenza di piccole attività commerciali e forniscono un’alternativa di gioco legale «con la monetina da un euro». E’ quanto sottolinea in una nota Beppe Scesa, del Comitato di Presidenza di Astro.

«A rendere personale la questione (per la mia azienda e per quella di molti colleghi della zona) non è il mero disagio nel sentirsi non compreso dalle Istituzioni: ciò che mi pone nella condizione di non accettare nessuna forma di lancio della spugna è il percorso aziendale che ho intrapreso negli ultimi dieci anni scrive ancora Scesa - che non mi ha reso ricco, ma mi ha trasformato in un imprenditore talmente vero, che se mi dovessi imbattere nel Beppe di 11 anni fa non vi troverei più alcuna somiglianza ulteriore rispetto alla mera fede calcistica. Non parlo solo di programmi gestionali, di fogli di calcolo, di managerialità, di contrattualistica, di approccio tecnologico, di diligence ovvero tutto quello che ogni imprenditore ingurgita per diventare industriale, bensì di mentalità. La mentalità di un gestore di apparecchi da gioco lecito, destinati a essere installati prevalentemente in locali generalisti, ma solo dopo aver instaurato un rapporto con degli esercenti che nella maggior parte dei casi porta pure alla nascita di rapporti umani inaspettati e che ti fanno sentire dentro di te un pezzo di territorio».

«Per un noleggiatore rassegnarsi all’idea di convertirsi alle logiche industriali è un cambiamento cosmico. Il noleggiatore pensa che da solo deve fare tutto, che la propria associazione di riferimento dovrebbe fare tutto il resto, ovvero dove non si arriva da solo, indipendentemente dall’argomento o dall’obiettivo - si legge ancora - L’imprenditore innanzitutto pensa a interpretare il mercato, l’evoluzione normativa e economica in un mondo dove di prassi i soli soccombono. Le mie esperienze in Astro, in Egida, in Rei, improvvisamente diventano da investimenti culturali/scelte di posizionamento, armi per sconfiggere la solitudine aziendale e agganciare la mia impresa a dei flussi e a delle linee operative globali che allargano la visuale dal noleggio al mercato. Nessuna delle esperienze citate è un punto di arrivo ma tutte sono state e dovranno essere dei trampolini di lancio per comprendere come trasformare la mia azienda in un’eredità tangibile anche per i miei nipoti».

«Non saremo complici di un modello di gioco lecito che privilegi gli utili di una società rispetto alle migliaia di posti di lavoro che manteniamo, e che pretenda di curare lo stile di vita responsabile delle collettività invogliandole solo a forme di gioco senza limiti effettivi (che solo le AWP di adesso annoverano) - conclude Scesa - Se sei nel giusto non mollare, e se qualcosa ti fa paura trova un contesto in cui il tuo timore sia un oggetto di gestione e non un fattore di depressione. Questo è il mio messaggio, questo il mio pensiero».

PG/Agipro

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