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Attualità e Politica

31/03/2022 | 13:49

Bingo, dalla pandemia alla transizione verso un modello di gaming hall: oggi alle 17 a Rimini il confronto tra le associazioni di categoria

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Bingo pandemia gaming hall associazioni categoria

ROMA - La sopravvivenza delle sale bingo e la loro distribuzione sul territorio, l'innovazione tecnologica, la tutela dei livelli occupazionali e la transizione verso un modello di gaming hall: sono i temi al centro dell'evento "La sala Bingo del futuro. Un confronto aperto tra le tre associazioni di categoria maggiormente rappresentative del settore", in programma oggi alle 17 nella Sala Congressi del Grand Hotel Rimini, a cui parteciperanno il presidente di Ascob Salvatore Barbieri, il presidente di Egp-Fipe Emmanuele Cangianelli e il presidente di Federbingo Italo Marcotti.
Nel 2019 erano operative 198 sale sul territorio nazionale e il comparto ha garantito un contributo erariale diretto di 180 milioni di euro. A causa della pandemia, le sale sono state chiuse per sei mesi nel 2020 e per sei mesi nel 2021: un anno di fermo totale che ha azzerato qualunque ricavo per i concessionari e ha messo definitivamente in ginocchio un settore che aveva attivato rigidi protocolli di prevenzione e sicurezza Covid. Nel 2020, il bingo ha registrato una riduzione della raccolta del 55% sul 2019, proporzionale al calo delle entrate erariali, come è accaduto nel 2021: ad oggi le sale operative sono ulteriormente ridotte a 188. «La pandemia ha dato il colpo di grazia, mettendo un intero comparto in crisi», ha spiegato Barbieri, augurandosi che «arrivi al più presto un intervento legislativo che riporti i canoni di concessione» delle sale «a 2800 euro mensili e che si cancelli immediatamente la richiesta dei canoni concessori per il periodo di chiusura durante il secondo lookdown. In attesa di un intervento politico, che consideriamo urgente, un grosso aiuto può arrivare da ADM» a cui chiediamo di «apportare velocemente le modifiche ai regolamenti di gioco di cui il settore ha un bisogno immediato».
Per Cangianelli, «la situazione economica attuale del gioco del bingo è quella della perdita pressoché totale di marginalità e imporrà a breve la chiusura di molte sale e la perdita di lavoro, oltre a perdite erariali dirette di decine di milioni nel 2022 e indirette nel futuro, con minori offerte nelle future gare. Ad esse si aggiungeranno i costi per ammortizzatori sociali, uscite per altre decine di milioni di euro annui dalle casse dello Stato. Un risultato socialmente ed economicamente disastroso che merita un intervento politico deciso». 
«Il modello industriale che interessa la rete di raccolta del gioco del Bingo terrestre ha compiuto il 22° anno di età e purtroppo mostra evidenti segnali di crisi», ha aggiunto Marcotti. «Serve un intervento strutturale a carattere amministrativo e politico che possa ridare dignità e redditività al settore valori che direttamente generano occupazione e nuovi investimenti. Lo Stato è ad un bivio, confermare il proprio regime di monopolio sul settore del gioco o riconsegnarlo alle mafie».
RED/Agipro

Foto Credits Fedetvc CC BY-SA 4.0

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