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Attualità e Politica

29/11/2018 | 17:48

SiGma 2018, a Malta gli operatori italiani discutono del divieto di pubblicità

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sigma malta pubblicità giochi

ROMA - A SiGma 2018, la fiera maltese del gioco online giunta alla sua quinta edizione, si è discusso anche del divieto di pubblicità del gioco, introdotto in Italia con il decreto Dignità. Se ne è parlato oggi nel panel dal titolo “Change is on the cards – Italy’s decision to ban gambling advertising”, organizzato da Gn media e Gioconews.it. Rodolfo La Rosa, avvocato dello studio Baker and McKenzie, dopo aver illustrato i contenuti della legge ha illustrato i possibili "vulnus" giuridici della norma. La Rosa ha esplorato in primis la coerenza con la legge europea: «Innanzitutto potrebbe esistere la mancata notifica preventiva alla bozza di decreto legge della Commissione europea e conseguente violazione della sezione 5 della Direttiva europea 2015/1535, che prevede che gli Stati membri comunichino immediatamente alla Commissione qualsiasi progetto di regolamento tecnico. Sussiste anche una violazione del diritto di stabilimento e prestazione di servizi, come previsto dalle sezioni 49 e 56 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea. Inoltre c'è la violazione della sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea in base alla quale le restrizioni alla libertà del mercato interno devono essere adeguate, necessarie e proporzionate». La Rosa ha concluso dichiarandosi comunque "ottimista”: «Occorre  guardare con positività al futuro nonostante la situazione critica, perché si attende una disciplina specifica da parte dell’Agcom che possa mettere in luce e risolvere le criticità che si individuano oggi nel divieto». Christian Tirabassi, senior partner di Ficom Leisure, ha poi aggiunto che «Il mercato italiano del gaming è ancora in crescita: nel 2018 si è confermato il trend degli ultimi anni, soprattutto quello dell’online che continua a mostrare grande dinamismo al punto da poter raggiungere una spesa di 1,6 miliardi di euro quest’anno. Ora sul futuro del settore, in particolare del segmento online, c’è un punto interrogativo a causa del divieto di pubblicità introdotto dal governo con il decreto Dignità di cui parliamo oggi». A delineare le conseguenze del decreto Dignità è Marco Castaldo, Direttore generale di Microgame, che ha sollevato critiche verso alcune campagne pubblicitarie: «Il Decreto Dignità sta avendo un impatto dirompente nel nostro settore e peggio ancora potrebbe averlo a livello internazionale visto che in altri Paesi dove ci sono movimenti simili il “caso Italia” potrebbe rappresentare uno spunto. Credo però che una delle principali cause di questa situazione sia proprio l’atteggiamento dell’industria e di alcuni operatori che hanno spinto troppo sulla leva del marketing attraverso un bombardamento di bonus e campagne promozionali che alla fine hanno creato un certo disagio». Castaldo evidenzia poi che è in corso una discussione su «cosa può essere consentito o meno agli operatori, specialmente nei punti vendita. La ratio che sembra apparire molto chiara dal provvedimento è di andare a eliminare gli spot da tv, radio e negli stadi, dove avviene appunto quel bombardamento di cui parlavamo. Sarà comunque necessario distinguere tra cosa può essere considerato informazione di servizio e alla clientela e cosa invece rappresenta veramente una promozione del gioco e quindi una pubblicità». Per Castaldo infine è «mancata una vera autoregolamentazione da parte dell’industria. Non c’è mai stato un cambio di mentalità da parte degli operatori, che hanno continuato con lo stesso atteggiamento anche dopo i primi sentori di un possibile divieto e anche in presenza di qualche iniziale movimento di protesta». RED/Agipro

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