Attualità e Politica
25/01/2021 | 14:38
25/01/2021 | 14:38
ROMA - Banche e giochi, il rapporto si fa sempre più difficile. Perché gli istituti di credito sono così ostili alle aziende?
"La posizione delle banche si fonda su un’errata e arbitraria interpretazione della normativa antiriciclaggio. Le normative dicono che alcuni settori meritano verifiche rafforzate, e sono per questo inseriti nei sistemi antiriciclaggio con un profilo di rischio medio-alto. Faccio qualche esempio: i giochi, le costruzioni, le attività soggette ad appalti, le energie alternative, i rifiuti, il movimento terra etc. Per il solo fatto che fanno parte di questo gruppo, vanno tenute sotto osservazione perché possono essere utilizzate per operazioni di riciclaggio. Quindi anche aprire un bar in un ospedale dopo aver vinto una gara, paradossalmente, diventa un’attività ad alto rischio. Non si spiega come un settore per il quale sono disposti controlli particolari, che è soggetto ad un appalto pubblico e contribuisce così pesantemente al pil sia così penalizzato. Si dovrebbero fermare i conti di migliaia di aziende ma fortunatamente ciò non avviene".
Quindi dov’è il problema?
"C’è un equivoco di fondo: intendiamoci, si può chiudere un conto ad un’agenzia di gioco per anomalie nella gestione della cassa. Se un locale di pochi metri quadri registra incassi eccessivi, ad esempio. Ma per arrivare a dire che siano strumento di riciclaggio dovrei dirlo di tutti i negozi di ogni genere. Le banche presumono che siano attività a rischio, ma non è scritto da nessuna parte di chiudere i conti. I concessionari sono ispezionati regolarmente e negli ultimi anni non sono emerse irregolarità. E’ il settore stesso che si autoregola, revocando migliaia di autorizzazioni ai punti vendita ogni anno. Le società concessionarie sono molto attente, anche se – ovviamente - il rischio c’è sempre".
Cosa si può fare concretamente?
"E’ fondamentale che ci sia una presa di posizione dell’autorità del settore, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, con l’Associazione bancaria Italiana. Occorre spiegare chiaramente che quasi tutti i movimenti finanziari che passano sui conti correnti delle aziende di gaming legali riguardano tasse versate allo Stato, il resto sono stipendi e spese vive. E’ il settore più controllato d’Europa. Se non c’è un intervento deciso in questo senso, rischiamo di fermare un settore. Le banche, per analogia, dovrebbero chiudere tutti i conti delle migliaia di imprese che vincono appalti: evidentemente non è una strategia praticabile".
NT/Agipro
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