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Attualità e Politica

17/10/2023 | 08:30

Caso Fagioli, Presilla (Sportradar): “Formazione salva tanti giocatori, bisogna mostrare loro le conseguenze”

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Caso Fagioli Presilla (Sportradar): “Formazione salva tanti giocatori bisogna mostrare loro le conseguenze”

ROMA - “Spesso la formazione viene bistrattata, invece è molto utile. Informare le persone e creare consapevolezza è il primo strumento di prevenzione indispensabile”. Queste le parole dell'avvocato Marcello Presilla, responsabile Integrity per l'Italia di Sportradar AG, ai microfoni dell'Ansa riguardo al caso scommesse che vede coinvolti diversi calciatori italiani, in particolare al momento Nicolò Fagioli, Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo. “Noi - spiega - sono anni che in partnership con la Figc, e non solo nel calcio, abbiamo avviato questa formazione. Spieghiamo i rischi legati al match fixing, anche se non è questo il caso, e del divieto di betting. Sono certo che questo lavoro fatto con leghe e federazioni abbia salvato tantissimi calciatori, perché senza sarebbero stati numeri molto più pesanti”.

Presilla ci tiene a precisare: “Sono anche il primo a dire che che non può esistere l'illusione che chi riceve un corso di formazione non farà cose illegali per tutta la vita, è impossibile avere il rischio zero. Dobbiamo essere consapevoli che i giocatori scommettono - aggiunge il responsabile di Sportradar - .Hanno un'alta propensione e ce l'ha soprattutto tutta la fascia giovane della popolazione. La scommessa nella normalità dei casi è un divertimento, ma quando si ha un dono come quello di saper giocare a calcio bisogna avere delle accortezze e capire che quella scommessa per te diventa tossica perché fai parte di un ordinamento sportivo”.

Negli anni, spiega Presilla, c'è stato un grosso aumento della consapevolezza riguardo ai rischi delle scommesse: “All'inizio era praticamente pari a zero - le sue parole -. Mi ricordo tante facce imbambolate di campioni che gli si abbassava la mascella quando scoprivano di non poter scommettere sul calcio”. Al giorno d'oggi invece “c'è molta più consapevolezza. Però attenzione, perché i giocatori sono come la scuola, quando riparte un nuovo ciclo è come tornare in prima elementare e quindi la formazione deve essere continua”.

Nel percorso di formazione “non basta dire solo cosa non si può fare, ma bisogna far vedere cosa succede a chi commette un illecito - conclude Presilla -. In Italia sono tra le più pesanti, perché la norma Figc è molto ben definita, ma poi all'atto pratico si riducono a poco. Questo può avere un effetto pericoloso perché crea il concetto del «è difficile che mi scoprano e se succede me la cavo con poco. Sono d'accordo con gli istituti premiali e i patteggiamenti, non sono sbagliate in senso astratto, però alla fine della fiera non si può andare troppo sotto una certa soglia”.

GM/Agipro

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