Attualità e Politica
13/09/2019 | 12:00
13/09/2019 | 12:00
ROMA -Un passo in avanti, che può finalmente abbattere barriere e steccati – politici e normativi - che finiscono per favorire l’azione dei criminali internazionali. E’ il giudizio dell’avvocato Marcello Presilla, responsabile Integrity Italia di Sportradar, la società che fornisce servizi il monitoraggio delle scommesse alle principali leghe sportive mondiali, all’entrata in vigore della Convenzione di Magglingen, il primo settembre. L’accordo internazionale, firmato da diversi stati europei, ha l’obiettivo di rafforzare la lotta alle frodi nello sport. “La convenzione impone agli Stati aderenti di adottare finalmente concrete misure di prevenzione e contrasto sia sul piano legislativo che operativo, spingendo nella direzione di un progressivo avvicinamento o allineamento di tali strumenti”, afferma Presilla. “Siamo di fronte ad un fenomeno criminale transnazionale, capace di attirare gli interessi di gruppi malavitosi localizzati in aree geografiche diverse del mondo e pronti a sfruttare le opportunità offerte dalla “globalizzazione” del betting e degli stessi strumenti di comunicazione e trasferimento del denaro, ma anche i clamorosi “buchi normativi” ed operativi esistenti. Per molti Stati significherà, dunque, adottare finalmente la fattispecie di frode in competizioni sportive nel loro ordinamento penale, la cui assenza ha ostacolato non poco la prevenzione e repressione del fenomeno, cosi come dotarsi di una National Platform, cioè di un “hub” idoneo a raccogliere, gestire e trasferire le informazioni raccolte e non solo. E’ sicuramente un passo in avanti importante, ci auguriamo che serva ad elevare il livello di attenzione generale ed a facilitare la cooperazione tra le varie autorità, sia a livello nazionale che internazionale. Questo rimane, infatti, un punto chiave, ma anche un punto dolente. Troppe barriere, troppi steccati ed una frammentazione eccessiva, sono questi gli ostacoli principali che si incontrano, sia in ambito locale che internazionale e che finiscono per favorire l’azione dei criminali.
L’Italia trarrà dei vantaggi dalla Convenzione o il sistema anti-frode messo a punto è già abbastanza efficace?
"L’Italia è senza ombra di dubbio lo Stato che può vantare la normativa più avanzata ed anche una capacità operativa di primo livello. Fin dal 1989 è stata introdotta la previsione specifica relativa al reato di frode in competizioni sportive, nel corso degli anni più volte modificata e migliorata per rispondere all’evoluzione del fenomeno match-fixing. Sotto il profilo dei controlli, ricordiamo il ruolo centrale dell’Agenzia Dogane e monopoli, la cui capacità operativa, sul piano dell’acquisizione di dati ed informazioni rimane straordinaria ed un unicum nel panorama internazionale. Saranno però, a mio avviso, soprattutto i Paesi con una esperienza più limitata in questo ambito a giovarsi degli effetti della Convenzione. A loro spetterà l’adozione di norme e misure operative in linea con gli obiettivi di Magglingen. E’ chiaro che in un contesto migliorato a livello internazionale, anche l’Italia potrà trarne vantaggi, mi riferisco soprattutto alla possibilità di avere interlocutori in grado di acquisire, gestire e scambiare informazioni idonee. Lo scambio di informazioni con le autorità di altri Paesi è uno snodo fondamentale".
In questo quadro, quale significato assume la firma dell’accordo tra Sportradar e la Federcalcio spagnola? Lo scandalo “Oikos” è di pochi mesi fa, sembra necessario un cambio di marcia nei controlli…
"Siamo molto felici di questa partnership con la Federcalcio spagnola. E’ un accordo molto importante, che arriva a coronamento di un lavoro intenso, durato mesi, e che ci vedrà estendere i controlli a tutti i match della III divisione spagnola. Lavoriamo con un numero sempre crescente di Federazioni e Leghe in Europa e nel mondo a conferma della grande professionalità e capacità di intervento della nostra agenzia, di un metodo di lavoro serio e rigoroso. Il nostro ruolo è quello di affiancare Leghe e Federazioni, in Italia e nel mondo, supportandole nelle attività di prevenzione e contrasto, forti di un know-how acquisito in anni di attività in tutto il mondo. Lo scandalo Oikos ha mostrato, ancora una volta, quanto il match-fixing sia un fenomeno insidioso, diffuso ad ogni latitudine e sempre più caratterizzato dall’elemento transnazionale. Ciclicamente scoppiano scandali nei vari Paesi, Italia compresa, per poi tornare ad una situazione di apparente normalità, ma la quiete, molto spesso, precede la tempesta. Occorre, allora, lavorare sempre e costantemente per evitare e comunque prevenire il più possibile il verificarsi di tali crimini. Rafforzare ed intensificare i controlli, migliorare la capacità di gestire i flussi informativi disponibili, in un’ottica di maggiore condivisione, insistere sulla formazione e informazione degli atleti e dirigenti come processo costante che ne accompagna l’attività sportiva, sono alcune delle azioni più importanti per mettere in sicurezza".
NT/Agipro
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