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Attualità e Politica

05/10/2018 | 11:01

Divieto pubblicità, Lindahl (Leovegas): “Nuovo reclamo in Commissione Ue contro il Decreto Dignità”

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Divieto pubblicità Lindahl Leovegas Commissione Ue Decreto Dignità

ROMA - Vietare la pubblicità al gioco online avvantaggia gli operatori più conosciuti e con una presenza già consolidata nel mercato, che hanno avuto maggior tempo a disposizione per sviluppare azioni di marketing e comunicazione: è quanto sostiene l’azienda di gioco online Leovegas, che ha presentato ufficialmente un nuovo reclamo in Commissione Europea contro il provvedimento del Governo italiano.

«Abbiamo deciso di procedere con questo secondo reclamo perché per alcuni operatori, quelli con posizioni di mercato dominanti, il Decreto Dignità rappresenta un vantaggio economico nel lungo periodo. Gli altri operatori, come LeoVegas, non potranno invece fare affidamento sulla reputazione consolidata per crescere o stabilizzarsi sul mercato, visto che siamo arrivati in Italia molto recentemente», afferma il Country Manager, Niklas Lindahl, che annuncia la presentazione di un secondo reclamo alla Commissione Europea contro gli aiuti di Stato. Fin dalla prima circolazione del Decreto il 27 giugno scorso, «LeoVegas ha sostenuto che le misure prese dal Ministro Di Maio contro la ludopatia non siano efficaci per la soluzione del problema - si legge in una nota - e creino importanti scompensi nel settore, minando la libertà di impresa e la libera concorrenza. Questo secondo reclamo porta in evidenza alla Commissione Europea come i provvedimenti presi dal Governo italiano siano a tutti gli effetti aiuti di Stato e creino favoritismi tra le diverse società di gioco online».

«Mentre a prima vista si percepisce che il divieto si applica ugualmente a tutti gli operatori con una ricaduta negativa - dice ancora Lindahl - in realtà questa misura statale è colpevole di favoritismo. La differenza creata dal divieto è che alla fine alcuni operatori trarranno beneficio dalla misura, mentre altri sperimenteranno solo gli effetti negativi del divieto. Il ruolo dello Stato italiano nel favorire determinati operatori diventa evidente, determinando una restrizione alla libertà di business che avvantaggia solamente alcuni provider».

RED/Agipro

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