Attualità e Politica
20/11/2020 | 13:05
20/11/2020 | 13:05
ROMA - «Il 2021 sarà un anno impegnativo, con lo sforzo di tutti dovremmo riuscire a completare il riordino del gioco e riuscire a realizzare una condizione in cui il gioco sia considerato normale», con una lotta «esplicita» alla compulsività e alla ludopatia, condivisa con gli operatori, e potenziando il contrasto all'illegalità. Lo ha detto il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, nel corso del convegno “Il Gioco legale in Piemonte”, organizzato con il sostegno di As.Tro e Sapar.
«La Nota di aggioramento al Def ci dice chiaramente che dobbiamo fare un riordino del gioco, abbiamo un impegno da assolvere. Riprendo questa responsabilità delle delega con questa indicazione, di avviare un riordino del settore: la mia opinione è utilizzare il 2021 per il riordino, e immaginare che la struttura delle gare venga riallineata e possa ripartire dal 2022. Alcune gare le dobbiamo fare, ma vedremo se possiamo rinviarle, perchè non sarebbe facile fare i bandi», ha spiegato.
In passato, «i tentativi di riforma sono stati fatti, alcune cose le abbiamo raggiunte con l'accordo Stato-Regioni, ma altre non siamo riuscite a realizzarle: ci sono una serie di materie non compiute, penso alla questione della distribuzione dei punti gioco sul territorio e alla gestione delle distanze e dei problemi collegati», ricorda.
«Un punto fondamentale del riordino deve essere la lotta esplicita e condivisa alla compulsività e alla ludopatia, anche da parte degli operatori: abbiamo fatto molta strada, ma bisogna completare l'iter. Ben venga la filantropia» da parte delle aziende, ma «il vero punto è che gli operatori devono essere interessati realmente al contrasto alla compulsività. E' la chiave di volta per realizzare una serie di operazioni che tutelino anche il lavoro e le entrate», continua. «Il secondo fronte è un evidente lotta all'illegalità, che è diffusa. Non c'è un rapporto automatico tra riduzione dell'offerta pubblica e aumento della criminalità, ma c'è un punto di equilibrio da rispettare».
Questi obiettivi si raggiungeranno attraverso due direttrici: «la riorganizzazione dell'offerta, con una sua possibile riduzione, anche territoriale». Su questo aspetto, spiega Baretta, «c'è un margine di lavoro, che non si risolve con le distanze ma con una razionalizzazione dell'offerta». Il secondo criterio è «l'omogeneizzazione nazionale delle norme» sul gioco: dall'accordo Stato-Regioni «sono intervenute delle applicazioni degli enti locali molto differenziate tra loro. Questo non è più gestibile. Il fine era ridurre e controllare, il paradosso è invece aver innescato una competizione tra i territori, con lo spostamento dell'offerta ai margini dei centri cittadini e con un incremento dell'illegalità»
MSC/Agipro
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