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Attualità e Politica

08/11/2023 | 16:15

Giochi, Pucci (As.Tro) all'Eco di Bergamo: “Gioco legale non va equiparato con quello illegale, sono mondi differenti”

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Giochi Pucci (As.Tro) all'Eco di Bergamo: “Gioco legale non va equiparato con quello illegale sono mondi differenti”

ROMA -  "La rappresentazione del gioco pubblico legale come 'occupazione di uno spazio' che, seppur non possa estendersi fino ad occupare l’intero spazio attualmente occupato dalla criminalità, impedisce ad essa di occupare l’intero mercato del gioco, unitamente all’idea che il gioco legale possa continuare ad essere un’'opzione' praticabile da chi intenda giocare responsabilmente, ci appaiono degli utili argomenti per contrastare ogni indebita equiparazione tra questi due mondi così tanto differenti". È quanto si legge in una lettera inviata dal presidente di As.tro, Massimiliano Pucci, a "L'Eco di Bergamo", per rispondere alla lettera aperta "Non può prevalere la cultura dell'azzardo", sottoscritta da diverse associazioni del terzo settore e pubblicata in data 7 novembre sul quotidiano. 

Nella lettera aperta in questione, basandosi sui recenti fatti di cronaca che hanno coinvolto dei calciatori professionisti, il gioco illegale viene equiparato a quello legale, di cui si auspica un ridimensionamento. As.tro ha tenuto a puntualizzare alcuni aspetti, soffermandosi sull’importanza del gioco legale come argine al gioco illegale e alla criminalità: "L'eliminazione dell’offerta legale o un suo drastico ridimensionamento presuppone che quello spazio di mercato, attualmente occupato dal gioco legale, resterebbe uno spazio vuoto perché tutti i giocatori che ad esso si sono finora rivolti smetterebbero, di punto in bianco, di giocare. Immaginare che lo spazio liberato eliminando il gioco legale possa azzerare la domanda che ad esso si rivolgeva rappresenta un’ipotesi talmente velleitaria che stentiamo a credere che gli stessi autori della lettera possano prenderla seriamente in considerazione". Inoltre, l'eliminazione del gioco legale toglierebbe miliardi di introiti alle casse dello Stato, che dovrebbe farsi carico anche delle famiglie dei circa 100mila dipendenti delle imprese del settore. Il gioco legale, si conclude nella lettera di As.tro, "deve continuare a rappresentare un’opzione praticabile per quei giocatori responsabili che non intendono farsi carico dei rischi derivanti dall’utilizzo di prodotti di gioco non regolamentati e dal doversi rivolgere a degli interlocutori criminali".

RED/Agipro

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