Attualità e Politica
05/11/2019 | 13:45
05/11/2019 | 13:45
ROMA - Limiti agli orari di apertura e funzionamento per le sale e i punti gioco, uguali in tutto il Veneto. La Giunta regionale del Veneto - con un provvedimento che passa ora all'esame della Quinta Commissione consiliare per il parere, in vista della sua approvazione definitiva - ha disposto che nelle fasce orarie comprese tra le 7 e le 9, le 13 e le 15 e le 18 e le 20 le sale gioco sono obbligate a interrompere l'attività di slot machine; negli gli stessi orari devono essere fermate le videolottery posizionate in bar e in pubblici esercizi. "Si tratta di un provvedimento per attuare la legge regionale di prevenzione e contrasto al gioco patologico, approvata due mesi fa, e che renderà omogenei, in tutto il territorio regionale, gli orari obbligatori di interruzione delle attivita' di gioco", ha spiegato l'assessore regionale alla Sanità e al sociale, Manuela Lanzarin. "I tre 'stop', che entreranno in vigore in tutto il Veneto, sono pensati per scoraggiare il nomadismo dei giocatori da un comune all'altro e per rinforzare il potere delle singole amministrazioni comunali, che con proprio provvedimento, possono limitare ulteriormente gli orari di apertura e di giocata, al fine di tutelare la salute pubblica ed evitare problemi di pubblica circolazione", aggiunge Lanzarin.
"Le tre fasce di chiusura sono state pensate per dissuadere, per quanto possibile, il ricorso al gioco problematico delle categorie più esposte: al mattino i piu' a rischio sono i giovani, le donne, i lavoratori, i disoccupati; nella pausa pranzo, i ragazzi che escono da scuola, gli anziani e le persone inoccupate; nel tardo pomeriggio un po' tutta la popolazione - ha detto ancora l'assessore - Il Veneto è la terza regione in Italia per volume delle giocate, con una media di 1244 euro per ogni residente, dai neonati ai centenari. Si tratta di una piaga sociale che nell'ultimo anno ha inghiottito 6,1 miliardi di euro, dei quali tre quarti giocati alle slot. I limiti orari omogenei, in tutto il territorio regionale, sono un paletto di dissuasione in più per le categorie più a rischio casalinghe, minori, anziani a basso reddito, persone senza lavoro che possono essere attirati dal miraggio della vincita facile", ha precisato ancora la Lanzarin.
La norma si colloca tra gli strumenti di dissuasione previsti dalla legge veneta e fa salve le norme regolamentari e le ordinanze in materia di orari approvate dai Comuni che, infatti, possono adottare limiti più severi, motivati da ragion di salute pubblica e dai singoli contesti locali. "L'individuazione delle tre fasce orarie di chiusura obbligatoria - ha ricordato l'assessore - è avvenuta con il coinvolgimento dei medici dei servizi regionali per le dipendenze delle 9 Ulss, delle Conferenze dei Sindaci, dei rappresentanti del terzo settore e dei legali della Regione, al fine di incrociare al meglio dati clinici, letteratura scientifica, buone prassi comunali, esperienze di prevenzione e dissuasione e di offrire ai Comuni uno strumento in più, al quale ancorare gli interventi locali di riduzione del danno. Ricordo che i limiti di orario per slot e sale gioco in Veneto si inseriscono in un quadro normativo ad ampio spettro e rigoroso - ha concluso Lanzarin - che prevede distanze minime di 400 metri dai luoghi sensibili, aumento massimo dell'aliquota Irap per gli esercenti dei punti gioco e sanzioni fino a 6 mila euro per il mancato rispetto dei limiti urbanistici, orari e di pubblicità previsti".
RED/Agipro
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