Attualità e Politica
29/11/2021 | 15:56
29/11/2021 | 15:56
ROMA - Un terzo dei giocatori frequenta abitualmente siti illegali e il divieto di pubblicità del gioco, introdotto per limitare la domanda, non ha fatto altro che aumentare la confusione tra i giocatori, che spesso non riescono a distinguere l'offerta legale da quella che opera al di fuori da ogni regola. È il risultato che emerge dall’indagine “Conoscenza e percezione dei siti di scommesse illegali”, realizzata da EMG Different per LOGiCO e svolta tra il 2 e il 6 ottobre su un campione di 2000 persone rappresentative della popolazione di circa 700 Comuni italiani.
Il 35% degli intervistati ritiene che il divieto di pubblicità abbia reso gli utenti meno informati e, per questo, meno tutelati e il 31% è consapevole che abbia fatto aumentare il gioco illegale.
Tra i giocatori online, il 46,7% conosce almeno un sito legale (contro l’11,7% dei siti illegali). Le fonti principali di conoscenza sono il passaparola (28%), la pubblicità in tv, sui giornali, in radio o per strada (27%), la pubblicità sul web e sui social (21%). Alcuni giocatori invece ricercano personalmente sul web le piattaforme (50% tra i giocatori dei siti illegali, 38% per quelli dei siti legali).
Dalle risposte degli intervistati appare evidente che non ci sia una netta consapevolezza della pericolosità del gioco online illegale: solo il 25% dei giocatori ne conosce i rischi, contro il 53% del totale degli intervistati.
«Il divieto di pubblicità ha prodotto effetti che vanno nella direzione opposta a quella che ci si aspettava. È evidente che il divieto al quale sono obbligati tutti i siti di gioco legale ha aperto la strada ai siti illegali che, non dovendo sottostare ad alcuna norma, hanno avuto ed hanno tuttora le mani libere», spiega Moreno Marasco, presidente di LOGiCO.
Il 51% del campione comunque considera un aspetto positivo del divieto, ovvero la chiusura con un passato caratterizzato da meccanismi pubblicitari caotici e indiscriminati, in un contesto normativo mancante o inattuato. «Da parte nostra – conclude Marasco – riteniamo che si debba andare oltre il divieto, quindi rimuoverlo ma per garantire un’esposizione pubblicitaria differente rispetto al passato».
MSC/Agipro
Foto Credits Flickr Japanexperterna.se CC BY-SA 2.0
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