Attualità e Politica
28/11/2019 | 08:50
28/11/2019 | 08:50
LA VALLETTA - Agenzia delle Dogane (Adm) e Malta Gaming Authority (Mga) aumentano il livello di cooperazione, con l’obiettivo di evitare le infiltrazioni della criminalità nel gioco online. A confermarlo ad Agipronews è Michele Magro, Chief Counsel International affairs del regolatore maltese, durante Sigma Malta. «Adm e Mga si sono incontrate recentemente a Roma: è fondamentale avere una buona relazione, dal momento che condividiamo operatori con licenze in entrambi i paesi e visti anche i recenti casi di cronaca. Abbiamo scambiato informazioni con le autorità investigative italiane in occasione delle inchieste degli ultimi mesi e faremo lo stesso con l’Agenzia delle Dogane. Abbiamo sempre collaborato con l’autorità italiana, sin dai tempi dei dirigenti Rodano e Petralia. Volevamo conoscere di persona il nuovo responsabile del gioco online (Elisabetta Poso, ndr) e cosi è stato. Continuiamo ad aver un buon rapporto». Secondo i report ufficiali, consultati da Agipronews, le società di gaming con base a Malta di proprietà italiana (o con un business italiano) sono soltanto tre, una delle quali nel settore degli esports. Pochi anni fa, prima dell’inchiesta “Gambling” condotta dalla Procura di Reggio Calabria nel 2015, erano diverse decine.
La Mga ha anche un accordo di collaborazione con la Guardia di Finanza?
«La Gdf è una polizia. Lo status è molto differente, scambieremo informazioni anche con loro ma noi siamo un ente regolatore. La comunicazione con loro è continua, anche se non c’è un accordo formale. E’ logico che sia così, la Guardia di Finanza ha intese con le forze di polizia maltesi, non con un’Authority come Mga».
Qual è l’obiettivo strategico della Mga?
«Vogliamo evitare rischi di infiltrazioni nella nostra giurisdizione, collaborando pienamente con chi indaga sui rapporti tra gaming e crimine».
L’Italia in questo senso è un paese “osservato speciale”?
«L’Italia è un paese speciale, sia per la prossimità geografica che per i casi clamorosi degli ultimi anni. Ci sono stati molte storie italiane da affrontare negli ultimi tempi. Per questo abbiamo una collaborazione così stretta con le autorità italiane».
Che incidenza hanno le aziende italiane tra quelle licenziatarie a Malta?
«Germania e Svezia sono in testa alla classifica, con un gran numero di licenze. Gli italiani negli ultimi anni sono praticamente spariti. Dal 2016 la Mga ha cancellato la maggior parte delle licenze, altri imprenditori hanno chiuso e le pochissime società rimaste devono dimostrarci che gestiscono un business totalmente conforme alle leggi italiane e maltesi».
NT/Agipro
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